Una serata per affrontare il tema del gioco d'azzardo con un mercato legale che nel 2011 ha registrato ricavi per un totale di 80 miliardi di euro, mentre solo nei primi 10 mesi del 2012 si è arrivati a 87 miliardi secondo i dati dei Monopoli di Stato. Un mercato che da tempo ha attirato l'attenzione della criminalità organizzata come spiegheranno Francesca Rascazzo del Gruppo Abele e Maria José Fava del coordinamento piemontese di Libera. L'associazione di Don Ciotti nel dossier “Azzardopoli 2.0” (febbraio 2013) stima attorno ai 15 miliardi di euro il fatturato del gioco d'azzardo illegale e denuncia ben 49 clan attivi nella gestione di bische, corse clandestine, scommesse e videopoker truccati. Mafie attive da Chivasso a Caltanissetta, passando per la via Emilia e la Capitale.
I soliti noti seduti al «tavolo verde»: dai Casalesi di Bidognetti ai Mallardo, dai Santapaola ai Condello, dai Mancuso ai Cava, dai Lo Piccolo agli Schiavone. Ma anche il mercato legale del gioco d'azzardo nasconde i suoi pericoli, quelli del gioco che diventa malattia, ossessione, fino a rovinare vite e famiglie come spiegherà Brunella Giordanengo del Serd dell'Asl Cn1 da tempo impegnato nel seguire le persone affette da GAP – gioco d'azzardo patologico. Cosa possono fare i Comuni italiani per arginare la piaga?
Su questo rifletterà Franca Giordano, Assessore ai Servizi socio-assistenziali del Comune di Cuneo che ad aprile ha aderito ufficialmente alla campagna di sensibilizzazione lanciata promossa dall’Associazione “Terre di mezzo”, in collaborazione con Legautonomia Lombardia, Scuola delle Buone Pratiche e Associazione “Fa la cosa giusta”.