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Attualità | 10 novembre 2013, 07:47

La Tares accende i toni nel consiglio comunale di Borgo San Dalmazzo

Dopo un botta-risposta di quasi due ore, le minoranze non ritirano la loro delibera e la maggioranza non la approva

La Tares accende i toni nel consiglio comunale di Borgo San Dalmazzo

Due ore di dibattito. Toni molto accesi, per la verità nemmeno sempre consoni ad un’aula di consiglio comunale, per concludere tutto con un nulla di fatto. È stata discussa ieri sera la delibera proposta dalle minoranze nel consiglio comunale richiesto dai gruppi di Per Borgo e Pedona Libera. Il testo è stato introdotto dal capogruppo di Pedona Libera, Erik Ambrosio: si proponeva l’istituzione di un contributo di solidarietà per alcune categorie (ristoranti, pizzerie, trattorie ,osterie, pub, mense, birrerie, amburgherie, bar, caffè, pasticcerie, ortofrutta , pescherie, fiori e piante, pizza al taglio) particolarmente colpite dagli aumenti Tares. Le minoranze hanno proposto di istituire un contributo di 30 mila euro, da stanziare nel bilancio 2014.

Ha poi preso la parola Piermario Giordano (Per Borgo), che, seppur con tono almeno inizialmente pacato, non le ha mandate a dire alla maggioranza. “In un momento di emergenza come questo sarebbe stato normale aprire un tavolo tecnico per trovare delle soluzioni insieme, ma per voi non è stato così. La situazione è preoccupante, ma voi date sempre la colpa agli altri; noi abbiamo aperto il dialogo con le associazioni di categoria, voi aspettate che vi convochino. Avete rifiutato le proposte degli uffici comunali, che erano rivolte ai cittadini, senza nemmeno coinvolgerci. È stata una grave mancanza verso di noi, ma soprattutto verso chi lavora e dà lavoro. Dov’era l’assessore alle attività produttive? Assente!”. E ha concluso: “Oggi potete rimediare, dimostrare che state dalla parte di chi paga, votando la nostra proposta; vi chiediamo di votarla senza se e senza ma e soprattutto senza guardarne la provenienza. I cittadini hanno bisogno di risposte che siano fatti, non solo parole”.

Dai banchi della maggioranza la risposta è stata unanime, in primis con l’assessore al Bilancio, Roberta Robbione. “La nostra scelta è stata di applicare i coefficienti più bassi per le categorie in questione. Diminuire la tassa per loro voleva dire aumentarla agli altri, famiglie comprese. Abbiamo ragionato con gli uffici, non abbiamo rinunciato ad una proposta. Abbiamo scelto di non appesantire tutti i contribuenti. Lavoriamo a testa bassa, senza urlare e senza tanto rumore. Dobbiamo capire come muoverci”.

Il sindaco Gian Paolo Beretta. “Vorrei meno demagogia e sofismi. Ho prestato attenzione a tutte le categorie e lo faccio ogni giorno, non accetto che si dica che non ho rispettato i cittadini. Invito le minoranze ad usare toni più cauti per rassicurare i cittadini. Dobbiamo comunicare in modo corretto, già da questo consesso. La situazione è problematica e seria. Dobbiamo reperire le risorse, ma dopo uno studio adeguato e che non penalizzi nessuno. La nostra volontà e di valutare la questione per il bilancio 2014, ma dopo uno studio analitico e approfondito”.

Mauro Bernardi. “A chi bisognerebbe dare 30 mila euro? Dite di difendere le aziende, ma avete scelto quattro categorie. La crisi c’è per tutti e tutti la stiamo pagando. Vogliamo intervenire in favore di tutte le aziende, ma anche delle famiglie che si sono viste aumentate la tassa e magari contemporaneamente chi lavorava ha perso il lavoro. La lotta deve essere unitaria su tutti i fronti, dobbiamo collaborare, ma valutare tutto nel prossimo bilancio. Chiedere di trovare i soldi a novembre è solo demagogia”.

Anche Marco Borgogno ha difeso la proposta delle minoranze. “Il nostro gruppo ha da sempre avuto l’obiettivo di difendere le aziende. Concordo che sia difficile cambiare un bilancio ad agosto e ancor di più a novembre, infatti proponiamo un intervento per il 2014, per dare solidarietà a chi ha avuto gli aumenti più alti. Abbiamo in mano dati concreti, non facciamo demagogia. È vero che non tutto dipende dal Comune, ma il Comune è l’ente più vicino alla gente e deve dimostrare che sta facendo qualcosa”.

Da Mauro Fantino è arrivata la proposta alle minoranze di ritirare la delibera, rivederla e rivalutare la questione in vista del bilancio 2014. Proposta, ovviamente, non accettata dalle opposizioni e che ha riscaldato ulteriormente gli animi. “Ritirarla è un’offesa per noi e per le persone e le aziende che lavorano e sono in difficoltà –ha sostenuto Giordano -. Nessuna azienda deve pensare che a Borgo c’è un’Amministrazione che non le tutela; approvare la nostra proposta mostrerebbe alle ditte che c’è qualcuno attento a loro: l’unico modo che avete per farlo è approvare la delibera”.

L’onorevole Chiara Gribaudo ha provato a calmare i toni, con scarso successo, in realtà. “Smettiamola di puntare il dito uno contro l’altro. La crisi va avanti dal 2008 e ne usciremo certamente diversi da come eravamo prima. I problemi di oggi arrivano da molto lontano e questo ci dimostra che l’instabilità politica ha ripercussioni reali sugli amministratori del territorio. Si sta lavorando ad una tassa unica che dia più autonomia ai Comuni. La sfida del 2014 a Borgo è avere proposte alternative per venire in contro a tutti. Concordo con Bernardi sul fatto che siamo molte le categorie in difficoltà. Se ci mettiamo gli uni contro gli altri sarà controproducente e rischieremo di fare un danno alla comunità. Il vantaggio deve essere per tutti e non solo per qualcuno”.

Nulla di fatto: dopo una breve pausa per un confronto dell’ultimo minuto tra i capigruppo, i due schieramenti sono rimasti sulle loro posizioni: le minoranze non hanno ritirato la delibera e la maggioranza l’ha bocciata con i voti contrari, ribadendo la volontà di istituire un fondo di solidarietà nel 2014, dopo uno studio accurato.

Barbara Reghezza

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