“…Vedi come pacato e azzurro è il mare, come ridente a lui discende il sol!”, questo verso della celebre poesia di Carducci “Davanti a San Guido” è quasi come una cartolina, da spedire, in questo inizio di bella stagione, per favorire e far crescere le presenze turistiche nel nostro Paese.
Uno Stato ricco di cultura, di arte, di enogastronomia, al punto che sarebbe possibile, per ogni località, individuare una poesia o un racconto, uno scenario suggestivo abbinandoli a qualche leccornia o a un buon bicchiere di vino del posto.
Occorrerebbe farlo, anche per uscire da una logica di turismo massimizzato, privo d’identità vera, per tornare a una visione più particolare, in grado di esaltare quanto caratterizza e distingue, più che quanto si va a mescolare con un tutt’uno che ha sapore posticcio e non veritiero.
Mi piace, mentre “giro per conoscere, entrare nel vivo delle realtà locali, conoscere i dialetti e le parlate che mutano, chilometro dopo chilometro, assaporare le atmosfere che variano quasi si trattasse di cartoline profumate da conservare per formare un’incredibile collezione.
Penso proprio che si debba ripartire da qui: da un territorio che per troppo tempo abbiamo violentato, in tutti i sensi, lasciandolo alla mercé di chi voleva sfruttarlo solamente, dimenticando che non esistono pozzi senza fine e che anche il giocattolo più solido, se non subisce qualche intervento di manutenzione, è destinato prima o poi a rompersi.
E’ quanto sta succedendo nel nostro Paese: aree poco sicure, altre dove il degrado ha raggiunto livelli inimmaginabili, con, magari a distanza di pochi chilometri, località, invece, nelle quali si pone ogni attenzione per migliorarle, salvaguardarle e renderle appetibili, per i propri cittadini e per i turisti.
Proprio da questi territori occorre ripartire, dai mille borghi splendidi e incantevoli che caratterizzano l’Italia, dalle migliaia di volontari che si danno da fare per animare feste e sagre, per difendere le tradizioni e per farle conoscere, dalle amministrazioni locali che si prendono cura dei propri paesi in modo intelligente e disinteressato, consci di essere i depositari di un tesoro che va salvaguardato e offerto a quanti vogliono conoscerlo.
Ce ne sono veramente tante di località di eccellenza in Italia, non vi è che l’imbarazzo della scelta e si trovano in ogni regione: immaginare un turismo che le valorizzi ancora di più, vuol dire compiere un importante passo verso una crescita intelligente e sostenibile.
Per anni abbiamo dovuto subire tentativi di massificazione del turismo: lo si è fatto senza rendersi conto che molte località (la maggior parte nel nostro Paese) hanno necessità d’interventi col cesello, perché sono in grado di ospitare un turismo attento, poco ciarlone, desideroso di conoscere e di immedesimarsi nelle piazze e nei mercati reali e non in una sorta di arena virtuale priva d’identità propria.
La cartolina dipinta dal Carducci induce proprio a questo, a conoscere rispettosi di quanto si sta vistando, imparando ad amare il territorio e riconoscendone il valore ed anche le sue tipicità.
L’augurio è che in questi mesi si riesca a valorizzare sempre di più i nostri meravigliosi borghi consentendo loro di aprirsi a un turismo intelligente: la nostra economia e l’occupazione non potranno che trarne guadagno!













