A circa una settimana dalla conclusione della sesta edizione del festival Collisioni, si può finalmente aprire una riflessione rivolta al futuro della manifestazione stessa, per capire come proseguire insieme.
Il maltempo che ha colpito il Nord Italia nelle giornate di sabato e domenica ha messo in luce le ragionevoli debolezze di una manifestazione che, nonostante i numeri da record, è comunque sempre organizzata da una piccola associazione e dal comune di un paese di 600 abitanti. I disagi che hanno dovuto subire alcuni spettatori sono stati diversi; la società esterna che ha gestito i parcheggi ha commesso gravi errori di cui l'organizzazione sta attualmente cercando riscontro, ma non si può liquidare la faccenda in questo modo.
I danni del maltempo non si sono certo ridotti alla sola Barolo, e di questo ne abbiamo discusso ampiamente, ma una riflessione va comunque fatta.
Una possibile soluzione potrebbe essere ridurre il numero di spettatori alzando il prezzo del biglietto e rinunciando così alla "popolarità" di Collisioni e alla sua missione di portare la cultura ai giovani.
Una seconda soluzione potrebbe essere quella di ambientare il festival in una diversa location, possibilmente più grande, ma a scapito del profondo attaccamento che Collisioni conserva con il territorio delle Langhe.
L'ultima opzione che sembra logicamente possibile per gli organizzatori, è quella di rinunciare ai grandi concerti di richiamo internazionale, imboccando però una strada senza uscita e da cui difficilmente riuscirebbe a tornare indietro: quella della decrescita.
Se una di queste tre ipotesi non viene adottata, ne rimane soltanto una, ben più dispendiosa... ovvero potenziare il settore dei servizi, aumentare il numero di navette usufruibili, di parcheggi, di videowall nella piazza Rossa, magari congiungendo anche più paesi. Iniziare a crescere, una volta e per tutte.
Il comune di Barolo non sembra però particolarmente propenso a intraprendere questo cammino, che risulta avere senso solo a fronte di un maggiore aiuto da parte delle istituzioni e del territorio, a sua volta possibile solo guardando all'evento come un motore turistico utile per tutto il Piemonte.
Siamo certi che tutti gli organizzatori, e la maggior parte del pubblico di quest'ultima edizione del festival, si stiano ponendo queste stesse domande e intendano affrontare soluzioni almeno simili.
Nella speranza che non si arrivi ad adottare una quinta opzione: la chiusura diretta e definitiva del festival stesso.