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Cuneo e valli | 13 settembre 2015, 07:00

Paola Brosow: aprire un'enoteca a La Morra, per amore del vino e non solo...

Paola, una donna svedese, di Stoccolma, che ormai da vent'anni vive a La Morra. Prima di arrivare qui ho frequentato l'Università in Austria. Per undici anni ha vissuto a Salisburgo per studiare Scienze delle comunicazioni e filosofia, e poi per lavoro

Paola Brosow: aprire un'enoteca a La Morra, per amore del vino e non solo...

È nel cuore delle nostre Langhe che nasce questa storia. Dove i sapori del vino, gli odori ed i colori si confondono con il paesaggio mozzafiato e affascinante dei vigneti e dove prende vita l'avventura della "forestiera" Paola Brosow, che per amore ha deciso di vivere a La Morra.

 

Raccontaci chi è Paola!

Paola sono io, una donna svedese, di  Stoccolma, che ormai da vent'anni vive a La Morra. Prima di arrivare qui ho frequentato l'Università in Austria. Per undici anni ho vissuto a Salisburgo per studiare Scienze delle comunicazioni e filosofia, e poi per lavoro.

 

Come sei arrivata a La Morra?

Tutto è iniziato nell'estate del '92. Con l'aiuto di amici ho trovato un lavoro ad Albaretto della Torre in un bellissimo ristorante. Mi sono fermata lì sei settimane e proprio in quel periodo la figlia del proprietario si sarebbe sposata con un ragazzo de La Morra.

Ecco che la sera del matrimonio fu magica anche per me, perchè è stato in quell'occasione che incontrai Carlo, amico dello sposo e mio futuro marito.

Per tre anni mi sono divisa tra La Morra e Salisburgo, e quando abbiamo deciso di sposarci, essendo lui produttore di vini, è stato naturale il mio trasferimento.

 

Di cosa ti sei occupata prima di aprire la tua enoteca?

Non è mai facile. Per diciannove anni mi sono dedicata alla famiglia; non solo al matrimonio, ma anche alla gestione dell'impresa di mio marito. È lavorando nell'agriturismo che ho scoperto, e sempre più apprezzato, l'amore per il vino, organizzando fiere, degustazioni e occupandomi della vendita.

Da qualche anno, però sentivo l'esigenza di rivoluzionare la mia vita. Non sapevo come, non sapevo cosa, ma ero certa di voler regalarmi uno spazio solo mio, in cui poter esprimere al meglio tutto ciò che sono e che ero.

Poi, l'idea: aprire una piccola enoteca che mi rappresentasse in tutto e per tutto.

Volevo che fosse diversa dalla altre enoteche della zona, e forse, per il solo fatto che sia una svedese a gestirla e non un "langarolo d'oc", la rende particolare.

Così ho aperto il mio piccolo angolo di mondo con un nome inglese, "Wine not?",  per unire la Paola svedese a quella italiana, per accogliere una sfida e per dedicarmi all'amore per i vini di queste terre, senza rinunciare a nessuna parte di me.

 

Cosa rappresenta per te oggi questa attività?

La mia è un'enoteca piccolina. Il mio progetto era di creare uno spazio intimo ma comunque  professionale.

Ero spaventata ed eccitata allo stesso tempo; non per paura della concorrenza o di non riuscire a vendere.

C'era più il timore di mettermi in gioco, di mettermi a nudo, perchè questo luogo rappresenta me stessa ed il mio percorso di vita.

Non ho mai avuto paura di non riuscire a essere competitiva, perchè le langhe sono amate da tutto il mondo e i turisti che raggiungono La Morra non sempre parlano e capiscono bene l'italiano. Io parlo Svedese, Tedesco, Inglese e Italiano, e capisco il danese ed il norvegese. L' ospite straniero da me si può sentire un po' a casa, o almeno questo è ciò che mi propongo ogni giorno di fare.

In enoteca vendo le etichette dei tanti amici produttori che ormai conosco da anni, perchè oltre a vendere dei buoni prodotti voglio poter raccontare al cliente un ricordo, una memoria, il lavoro che c'è dietro ad un solo bicchiere di vino. Così, quando tornano a casa e aprono una bottiglia di vino con i loro cari, possono sentire il sapore della nostra terra, e possono farne parte semplicemente sorridendo.

 

E tu, ti senti a casa a La Morra?

La Morra è la mia casa! Fin da subito le persone mi hanno accolto con calore e gentilezza, prima come moglie di Carlo, oggi come Paola. Non mi hanno mai fatto sentire una forestiera, anche se il mio accento non mente. Ed è esattamente questo che mi ha spinto a voler aprire la mia enoteca: far sì che tutti i turisti che raggiungono le nostre colline si sentano come hanno fatto sentire me i miei compaesani.

Dopo quattro mesi dall'apertura, non potrei essere più felice di così.

 

 

Giulia Manzone

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