Mercoledì 18 novembre, grazie ad un passaparola illimitato, siamo riusciti ad andare ad ascoltare, presso il cinema, le “nuove” riguardanti l'Ospedale di Dogliani. Fermiamoci qui, per un attimo. I manifesti invitavano la popolazione ad intervenire ma pare che fossero sei e poco visibili, sul sito del Comune nessun accenno alla serata, sui quotidiani online da noi consultati, sebbene ci fossero notizie riguardanti Dogliani, quella brillava per l'assenza; l'impressione era che, sì, la serata si faceva ma, si sperava, con poco pubblico.
E invece no, invece la popolazione è molto interessata all'Ospedale, che, in realtà, ospedale non è più, perché chiuso il discorso di “Casa del ventilato”, l'Ospedale è diventato Casa di riposo. In poche parole la Fondazione “Sacra Famiglia” lavora in perdita perché l'ASL CN1 non ha più interesse a mantenerla in vita. A ben vedere non c'è niente di straordinario in tutto questo, ne' niente di giusto, il problema è che lo Stato sta rottamando l'assistenza sanitaria pubblica e in nome di questo si stanno smembrando e distruggendo ospedali ben più grandi e attivi dell'Ospedale di Dogliani, salvo poi andare ad investire sulla costruzione di altri ospedali (vedi l'esempio eclatante di Verduno).
Non è questo il luogo per disquisire sulle scelte statali, ma su quelle comunali sì. Può veramente Dogliani opporsi, in questo e solo in questo, alla macchina dello Stato? Chiedendo, oltretutto, come è stato fatto, ai cittadini di fare donazioni private per poter mantenere, o almeno, riconvertire, la struttura accorpando la “Casetta gialla” all'interno dell' “Ospedale” e, dimenticandosi che presto si porrà anche il problema dell'ex Casa di riposo in Castello che, lo ricordiamo, ha la destinazione d'uso vincolata. In tutto questo rimane anche da chiarire che tipo di gestione è stata fatta dell'Ospedale perché non ci è parso chiarissimo quali fossero i rapporti tra la Fondazione “Sacra Famiglia”, il Comune e l'ASL, se, come è stato affermato dal Sindaco, il Comune (che avrebbe fatto bene ad essere proprietario solo dell'edificio), e non l'ASL, è proprietario dei macchinari, adesso in disuso, dell'Ospedale. E, a parte questo, il milione e rotti di debito con i fornitori chi lo rifonde? Non è difficile capire che l'Ospedale è già ampiamente fallito, può non far piacere ma è la realtà. E' giusto illudersi che una tale realtà possa essere cambiata? E se sì, bisognerebbe evitare di aver restaurato i Piloni della Via Crucis, di sognare la pista ciclabile sul sedime ferroviario e il centro polifunzionale, e spendere tutte le energie e le risorse per “reinventare” l'Ospedale.
Dogliani Futura