Non ha fatto molto clamore la notizia che il Consiglio di Stato ha bocciato la norma del Governo che prevedeva l’indennità di accompagnamento come reddito nel calcolo dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE). Forse, perché è una vittoria dei disabili e delle loro famiglie oltre che, politicamente, della battaglia di Giorgia Meloni in Parlamento.
È una sentenza contro una legge iniqua e ingiusta e un governo, Renzi, che si è mostrato, nei fatti, poco sensibile nei confronti dei disabili. La reazione del Ministro Poletti: “prendiamo atto”. Domanda: ma non potevate pensarci prima?
Fratelli d’Italia si batterà con forza affinché vengano risarcite tutte le famiglie con disabili, svantaggiate economicamente per anni da questa norma illecita.
La storia: nel dicembre 2015, l'Aula della Camera respinse l'emendamento di Fratelli d'Italia, a cui il governo PD-NCD-SC aveva dato parere contrario, che chiedeva di escludere dal computo dei redditi per la determinazione le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento. A chiedere un intervento correttivo era stato Fratelli d'Italia, con un emendamento a doppia firma Fabio Rampelli e Giorgia Meloni. Il vice ministro dell'Economia, Enrico Morando, spiegava che "se dobbiamo riformare l'ISEE, potremmo farlo molto presto utilizzando il collegato sulle politiche sociali, quella è la sede in cui realizzare la riforma dell'istituto, se si riterrà necessaria". Se necessaria? Parole, ambiguità, come spesso accade con questo governo, mai seguite da fatti concreti
Ai fini della “trasparenza”. i deputati cuneesi Mariano Rabino (SC), Mino Taricco e Chiara Gribaudo (PD) votarono contro il nostro emendamento come bravi “soldatini” di Renzi, nonostante formalmente spesso presenti a diverse manifestazioni a favore della disabilità. L’unica deputata PD che votò a favore del nostro emendamento, consapevole della sua correttezza nei tempi e nel merito, fu l’On. Ileana Argentin, anche lei disabile.
In particolare, Taricco, già precedentemente smentito dal buon Renzi in merito all’IMU agricola, affermava sul suo profilo istituzionale che “il meccanismo attuale è modificabile ma rivedendolo in modo complessivo e non cambiandone singoli pezzi, e dovrà essere fatto tenendo conto della sperimentazione”: puro “politichese”; “sperimentazione” su chi?
Chiara Gribaudo, con una “newsletter”, affermava in sintesi che “in corso dell’esame, è stato bocciato un emendamento firmato da Fabio Rampelli e Giorgia Meloni. Visto il dibattito che si è successivamente generato, credo utile chiarire che il comma proposto da Fratelli d’Italia era contraddittorio, approssimativo e anzi potenzialmente dannoso”: contradditorio e dannoso per chi?
Parole ricolme di presunzione e arroganza ad argomentare il rinvio a data da destinarsi di una eventuale variazione nonostante già ci fosse una sentenza contro il provvedimento governativo. Fortunatamente, dove non arriva la “politica renziana”, giungono, come al solito, TAR, Consiglio di Stato, Corte Costituzionale.
Infatti, già la prima sentenza del Tar del Lazio, nel 2014 e in teoria immediatamente esecutiva, dava ragione ai disabili, e alla successiva mozione di Fratelli d’Italia, contro il ricalcolo ISEE (DL 159, 5 dicembre 2013). Tuttavia, per due anni, il governo, ricorrendo al Consiglio di Stato, ha continuato ad applicare un ISEE palesemente ingiusto, che ha creato ingiustizie, gravi danni e perfino morti.
Fino al 29 febbraio, quando il Consiglio di Stato ha sentenziato che, in merito alla questione di indennità e reddito, l’indennità non deve essere considerata reddito: “Tali indennità o il risarcimento sono accordati a chi si trova già così com’è in uno svantaggio, al fine di pervenire in una posizione uguale rispetto a chi non soffre di quest’ultimo ed a ristabilire una parità morale e competitiva. Essi non determinano infatti una “migliore” situazione economica del disabile rispetto al non disabile, al più mirando a colmare tal situazione di svantaggio subita da chi richiede la prestazione assistenziale, prima o anche in assenza di essa”.
Caro Renzi e cari deputati del PD e maggioranza, iniziate ad ascoltare, pensare e promuovere ciò che è giusto e non accondiscendere a posizioni precostituite per ragioni di bilancio o per finanziare “marchette” elettorali soprattutto a sfavore dei più deboli.
Vincenzo Colucci, Portavoce provinciale Fratelli d’Italia-AN, Cuneo














