Il calendario segnava mercoledì 28 giugno 1978, quando, approfittando delle tenebre, due aggressori ingaggiarono uno scontro fisico con l'allora 23enne Pierfelice Filippi, figlio di un industriale di Mondovì, al termine del quale riuscirono a farlo prigioniero, con l'intento di chiedere un ingente riscatto alla famiglia. Erano trascorsi 50 giorni dall'assassinio di Aldo Moro e subito la notizia si diffuse a macchia d'olio, in città e non solo: si trattava infatti del primo rapimento in provincia di Cuneo e destò, ovviamente, grande scalpore.
Oggi, a 38 anni di distanza dall'accaduto, la storia di quest'uomo sarà raccontata in un docufilm provvisoriamente intitolato "78: chi entra e chi esce", in riferimento alla frase che egli pronunciò ai suoi rapitori, militanti tra le fila della 'Ndrangheta calabrese presente in Liguria, quando li fece arrestare, dopo essere riuscito sagacemente a fuggire dalla mansarda in cui era rinchiuso da due mesi e mezzo, eludendo la sorveglianza del suo "custode".
Le riprese verranno dirette dalla regista Alice Filippi, figlia del protagonista di questa disavventura a lieto fine, e inizieranno martedì 19 luglio, per terminare presumibilmente lunedì 1 agosto. Le telecamere inquadreranno i luoghi di Mondovì e del Monregalese in cui si è svolta la vicenda, prima di spostarsi nella vicina Liguria, dove il set stazionerà per una giornata intera.
La voce narrante della pellicola, prodotta dalla "MOWE srl" di Roberta Trovato e finanziata dalla Direzione Generale Cinema del MiBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) e dalla "Piemonte Doc Film Fund", sarà costituita dalle testimonianze di quanti vissero da vicino il rapimento: si alterneranno quindi nel racconto amici di famiglia, carabinieri e gli stessi coniugi Filippi, per ricostruire passo dopo passo ogni singolo frammento di quelle 75, lunghe giornate.
Si rivelerà fondamentale per il buon esito dei "lavori" il contributo della cittadinanza monregalese, al cui interno sono state selezionate le comparse che saranno coinvolte in alcuni "ciak". Nulla, inoltre, verrà lasciato al caso: l'ambientazione sarà curata in ogni singolo particolare, tanto che sono stati reperiti i capi d'abbigliamento e le automobili tipici degli anni Settanta.
Un modo per immortalare e tramandare ai posteri una vicenda capace in poche ore di diventare di dominio nazionale, come testimonia l'articolo pubblicato a pagina 5 dell'edizione de "L'Unità" del 29 giugno 1978, che riportiamo integralmente di seguito: "Uno studente di 23 anni, figlio di un industriale di Mondovì, è stato rapito durante la notte mentre stava rientrando in casa. È Pierfelice Filippi. Il padre, Giorgio Filippi, di 54 anni, è titolare di una azienda per la trasformazione e l'adattamento di automezzi pesanti, di una ditta produttrice di bruciatori e di una fabbrica di biciclette. È il primo rapimento attuato in provincia di Cuneo. Pierfelice Filippi abita con i genitori in una villa che si trova all'interno del recinto dello stabilimento. Poco prima delle due della notte scorsa è tornato a casa a bordo della propria automobile, che ha lasciato in sosta dinanzi all'ingresso; sceso dalla vettura per aprire il cancello, il giovane - studente universitario a Torino - è stato aggredito da due uomini che erano in agguato e che, nell'oscurità, egli non aveva visto. Pierfelice Filippi ha reagito, impegnando con i due aggressori una colluttazione e chiedendo aiuto a gran voce. In un primo tempo è anche riuscito a divincolarsi, ma, dopo aver percorso qualche metro di corsa, è stato nuovamente aggredito e stavolta ha avuto la peggio".