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Politica | 21 giugno 2017, 08:05

Cuneo, ultimi ritocchi per la nuova giunta di Federico Borgna

Il sindaco, stremato dall’orda di questuanti, pare intenzionato a rompere gli indugi e a rendere noti i nomi degli assessori per non finire nella palude in cui stavano per cacciarlo ragioni di partito e ambizioni individuali

Federico Borgna

Federico Borgna

La trattativa più estenuante è stata quella con il Pd, che alla fine ha strappato il vicesindaco, Patrizia Manassero, e due assessori: probabilmente Mauro Mantelli e Simone Priola o Sara Tomatis. Quest’ultima ha buone chances in quanto possibile seconda quota rosa del partito. In ogni caso, anche se la scelta dovesse cadere su Priola, le sarebbe garantito l’ingresso in Consiglio comunale insieme al primo escluso della lista, Carmelo Noto, per via delle dimissioni dei due assessori.

Il Pd soddisfa in questo modo le sue varie anime e pazienza se deve immolare il povero Antonino Pittari, secondo eletto alle spalle della Manassero con 300 preferenze. Per lui potrebbe profilarsi un incarico part time con l’esponente dei Moderati, Alberto Coggiola, alla Presidenza del Consiglio comunale. Ma è un’ipotesi ancora tutta da valutare e, in queste ore, non certo in cima alle preoccupazioni del Pd né di Federico Borgna.

La lista dei Moderati resterebbe l’unica delle cinque che hanno appoggiato il sindaco a restare fuori dall’esecutivo e pertanto, in qualche modo, dovrà  essere ristorata.

L’aver quadrato il cerchio con il Pd ha però avuto effetti collaterali, a cominciare dal fatto che la lista civica “Centro per Cuneo”, superata dal Pd per una manciata di voti, dovrà rinunciare al vicensindaco.

Luca Serale, primo eletto assoluto con 716 preferenze, viene sacrificato alla ragion di partito per quei 16 voti (ma non solo) che hanno fatto sì che il Pd diventasse partito di maggioranza relativa. Ma quello di Serale non è l’unico sacrificio cui è chiamato il “Centro”. Se gli assessori saranno tre, come tutto lascia supporre, la coperta è troppa stretta perché ci sia spazio per i tre uscenti oltre a Serale: Franca Giordano, Valter Fantino e Davide Dalmasso. Se a ciò si aggiunge che viene dato per certo il nome di Cristina Clerico, si deduce che due dovranno restare alla porta. Fantino, in virtù dei suoi mandati precedenti, risulta essere il più vulnerabile. Restano in pista, alla stregua di color che son sospesi, Franca Giordano e Davide Dalmasso.

In questo caso – come recita il sacro testo – “uno verrà preso e l’altro lasciato”.

Per quanto riguarda la civica “Democratici e Solidali”, pare che l’unico posto disponibile non andrà a primi eletti, Alessandro Spedale, Marco Vernetti e Tiziana Revelli, bensì, a Guido Lerda, nome che ormai da alcuni giorni svetta nella classifica dei “chi sale”.

“Crescere Insieme” conferma le indiscrezioni del primo giorno. Quando tutti i nomi degli assessori erano ancora in grembo a Giove, l’unico che già veniva dato per certo era quello di Paola Olivero. E così sarà.

La ripartizione numerica, immaginando un esecutivo a 9 (il massimo consentito dalla normativa), risulterebbe così dettagliata: 3 ciascuno a Pd e “Centro” e 1a testa a “Democratici” e “Insieme”.

Considerato che l’aritmetica non è un’opinione, si evince che una casella resta vacante. E’ quella che Borgna vorrebbe giocarsi di suo per scegliere un uomo o una donna di sua stretta fiducia o anche semplicemente per compensare quel fronte dal quale dovessero sorgere i maggiori mal di pancia.

Resta la questione della Presidenza del Consiglio comunale, di cui, in questa fase, nessuno, almeno politicamente, sembra preoccuparsi più di tanto.

L’eventualità della rotazione è una delle strade percorribili, sapendo comunque che altre compensazioni dovranno essere trovate attraverso le deleghe consiliari, le società partecipate o quant’altro per chi aveva accarezzato il sogno di entrare nella stanza dei bottoni, ma che, per ragioni di spazio, dovrà rassegnarsi a stare a bordo campo.

Starà all’inventiva di Borgna trovare quei premi di consolazione in modo che nessuno dei suoi possa dire “ieru dare d l’us lan gnanca dame na ciapa d’ prus”.

Giampaolo Testa

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