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Attualità | 06 ottobre 2017, 19:03

"Le scuole alberghiere in Piemonte sono arretrate": la provocazione dello chef pluristellato Marco Sacco

E' intervenuto al primo convegno nazionale dell'Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto

La crew di Marco Sacco

La crew di Marco Sacco

Una questione che riguarda anche la nostra provincia, dove sono sempre di più gli studenti che scelgono di iscriversi all'Alberghiero, scuola che più di altre è propedeutica all'inserimento nel mondo del lavoro. Difficile che un cuoco, un cameriere o un receptionist non trovino lavoro. Inoltre, il percorso porta al raggiungimento di una professionalità spendibile anche all'estero. Ma è davvero così? Un illustre parere smonta, in parte, questa convinzione.

“Le scuole alberghiere non hanno fondi e sostegno, si basano su un programma didattico arretrato che non regge il passo con le tecniche utilizzate oggi in cucina. Il sistema alberghiero italiano, e nello specifico di quello piemontese, ha bisogno di nuova linfa”. A lanciare la provocazione è lo chef pluristellato Marco Sacco, che ha preso parte qualche giorno fa al primo Convegno nazionale dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto di cui fa parte, alla presenza del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina.

“Gli insegnanti, aggiunge lo chef, non hanno neppure la possibilità di aggiornarsi come dovrebbero. La conseguenza è che i giovani che si affacciano in questo mondo partono con un gap strutturale”. Sacco, due stelle Michelin al ristorante Piccolo Lago di Verbania, è conosciuto e stimato per essere un vero e proprio scopritore e allenatore di giovani promesse nel settore, capace di valorizzarne la componente di talento e amore per il mestiere.

Tra i suoi allievi di spicco Paolo Griffa, tra i 4 candidati italiani per la finalissima del Bocuse D’or 2019. “Anche per quanto riguarda l’ambito dell’accoglienza, spiega ancora Sacco, il settore ha bisogno di giovani professionisti competenti, fondamentali in un settore come quello turistico, per vincere le sfide che l’alta cucina made in Italy ha lanciato nel mondo. I nostri giovani sono i più richiesti all’Estero proprio perché hanno nel loro dna i geni dell’accoglienza e del savoir faire”. Qualche giorno fa anche Carlo Cracco, consigliere dell'associazione italiana Ambasciatore del Gusto presieduta da Cristina Bowerman, proprio in sede di convegno aveva fatto un appello al Miur (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) per creare “un sistema integrazione nella formazione dei ragazzi che stanno per affacciarsi nel lavoro della ristorazione”.  

rg

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