Ci scrive un lavoratore interinale dell’Acda, società che gestisce il ciclo idrico integrato di un centinaio di comuni della provincia di Cuneo con oltre 1.000 sorgenti e oltre 200 mila abitanti serviti con un’estensione che va dalla Valle Po alla Valle Tanaro.
La sua lettera arriva a pochi giorni dal 28 marzo, giorno in cui si deciderà – con ogni riserva del caso – il modello di gestione da utilizzare dopo l’approvazione del Piano d’Ambito 2018 – 2048 dello scorso 8 marzo. Questo è un documento che regola l’azione di chi gestirà l'acqua in Granda per i prossimi 30 anni, in tema di captazione sorgenti, potabilizzazione, distribuzione nelle nostre case, depurazione e reimmissione nei fiumi.
La sua preoccupazione è in parte legata a quella che sarà la scelta dei prossimi giorni: “Da quattro anni lavoro come interinale all’Acda. Ad avere questo tipo di contratto siamo in 25, molti dei quali ambiscono a una stabilizzazione che non sembra voler arrivare. Per le posizioni che ricopriamo non è stato mai bandito un concorso. E adesso siamo qui, anime perse in un’azienda che non si sa se e come continuerà ad operare dopo la decisione del 28 marzo. Ci sentiamo soli e abbandonati a noi stessi, sempre più precari in una situazione precaria ma con figli e famiglie a cui cerchiamo di non far pesare le nostre preoccupazioni.”
Sulla questione abbiamo interpellato il presidente Acda Livio Quaranta: “La scelta di ricorrere in questi anni ai lavoratori interinali è stata dettata dall’ultima Legge Madia che non consente alle nostre società (pubbliche ndr) di assumere, se non attingendo da una lista nazionale dove convogliano i lavoratori di società sciolte. Dovremmo quindi pescare prima in quell’elenco e solo successivamente assumere eventualmente tramite concorso. In questa situazione di stallo siamo costretti a lavorare con interinali o altre forme contrattuali. Negli ultimi anni siamo passati da 69 a 100 comuni forniti. E i dipendenti sono rimasti gli stessi. Eravamo un centinaio e anche inglobando i lavoratori Aigo, siamo rimasti comunque gli stessi. Mi piacerebbe poter assumere qualche bravo interinale, ma al momento è la legge che ci limita. Se dovessero aprirsi delle finestre lo farò senz’altro.”
E sulle preoccupazioni dello scrivente sulla futura gestione: “Noi auspichiamo una soluzione in house, ma qualunque sarà alcune competenze rimarranno alle società territoriali. Non posso tranquillizzare, ma non è il caso di allarmarsi. La gestione non avverrà dall’oggi al domani.”
I LAVORATORI DELL'ACQUA IN GRANDA
Sono circa 300 i "dipendenti dell'acqua" nella nostra provincia. Da quando si parla di Piano d'Ambito e gestione unica i sindacati hanno incontrato da questo autunno i rappresentanti dell'Ato 4 per discutere e ragionare sulle possibili e future ripercussioni occupazionali.
"Siamo per la salvaguardia di tutti i lavoratori" - spiega Gianni Lo Nigro segretario della Filctem Cgil, sindacato che rappresenta il maggior numero di operatori dell'acqua in provincia di Cuneo - "Siamo consapevoli della bontà dell'opera dell'operatore unico, ma a livello occupazionale bisogna garantire un transazione al nuovo gestore senza soluzione di continuità evitando l'applicazione del Jobs Act. L'obiettivo è ambizioso, ma garantendo una continuità totale si potrà allo stesso modo operare con qualità nei confronti dei cittadini che ne fruiranno per i prossimi 30 anni."
Dopo l'approvazione del Piano d'Ambito dello scorso 8 marzo il sindacato ha richiesto un nuovo incontro per ridiscutere di questi temi con i rappresentanti dell'Ato 4: "Vogliamo seguire la situazione dei lavoratori passo dopo passo" conclude Lo Nigro.









![Tunnel di Tenda, Italia e Francia divise: due o tre fasce orarie di apertura dopo l'11 gennaio? [VIDEO] Tunnel di Tenda, Italia e Francia divise: due o tre fasce orarie di apertura dopo l'11 gennaio? [VIDEO]](https://www.targatocn.it/fill/90/90/fileadmin/archivio/lavocedialba/2025/12/cantieri_in_valle_Roja_dopo_apertura_Tenda_2025__14__risultato.jpeg)



