Se assalto doveva essere, ebbene questo non è stato ad Alba, quantomeno nei suoi uffici postali e centri di assistenza fiscale.
Il giorno che doveva segnare l’atteso via alle domande per il fatidico accesso al "reddito di cittadinanza", nelle poste centrali della capitale delle Langhe è iniziato con un’utenza praticamente al di sotto del livello di ordinaria amministrazione.
Poche persone agli sportelli e praticamente nessuna in attesa, stamattina poco dopo le 9, nel grande spazio dell'ufficio di via XX Setembre, dove pure ci si era preparati a ben altri numeri, come dimostra la presenza di un gentile addetto appositamente destinato a ricevere le (poche) persone che sbucano dalla bussola di entrata e a indicare loro la nuova voce – dedicata al Rdc – inserita nell'elenco elettronico della macchinetta tagliacode.
Nessuno sembra però interessato a prenderlo, quel numerino, mentre sull’affluenza gli impiegati non si sbottonano. La politica di Poste Spa non lo consente e bisogna chiedere all'ufficio stampa dell’azienda. "Più giornalisti che utenti", scherza da Torino l’efficiente responsabile della comunicazione aziendale, ma nemmeno dal capoluogo dati non se ne avranno: c’è una direttiva chiara, quelli li potrà dare solo il Ministero dello Sviluppo Economico, ci spiegano ancora.
Situazione abbastanza tranquilla anche al Caf Cgil di corso Europa. Nessuno in coda, intorno alle 10 di questa mattina. I pochi che passano da una sala d’aspetto pressoché vuota spiegano di avere altro da sbrigare. Ma, almeno da qui, in mattinata qualcuno in verità è passato a chiedere cosa bisogna fare per ottenere il tanto sbandierato sussidio. "Finora abbiamo accolto 8 persone – conferma l’addetto –. Li accogliamo, gli illustriamo l'elenco dei documenti necessari per la domanda e tramite un gestionale li prenotiamo per il disbrigo della pratica. L’indirizzo era quello di concentrare gli appuntamenti in due giornate lavorative programmate verso fine mese, ma vedo che dalla direzione di Cuneo stanno aggiungendo nuove date".
Nessun assalto quindi, ma una minima affluenza, quello sì, insieme a telefonate abbastanza numerose: "Tanti pensionati", aggiungono, mentre dalla direzione provinciale ci arriva conferma che a Bra i numeri sono leggermente superiori.
E per chi sostiene che l’Rdc sia destinato a fallire nella sua funzione di avviamento al lavoro basti un dato: per il disbrigo pratiche di questa nuova voce del nostro welfare la stessa Cgil provinciale starebbe valutando la chiamata straordinaria di 15 addetti dedicati, da distribuire presso i suoi sportelli attivi nelle sette sorelle della Granda.
Una decina le persone che si sono invece affacciate dagli uffici del Patronato Acli, dove gli addetti confermano come il temuto affollamento alla fine non si sia visto, almeno dalle parti di piazza San Francesco. "Più numerosi quelli che ci hanno contattato telefonicamente, chiedendo informazioni e quando sarebbero eventualmente potute passare", ci raccontano al telefono, dando conto di come, nel loro caso, le pratiche vengano sbrigate immediatamente, ovviamente se gli utenti arrivano già attrezzati di tutta la documentazione necessaria.














