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Economia | 10 luglio 2019, 06:00

Coltivare cannabis indoor: l’importanza delle lampade

Queste piante hanno bisogno di una grande quantità di luce per essere in grado di crescere e riuscire a produrre cime deliziose e di grandi dimensioni

Coltivare cannabis indoor: l’importanza delle lampade

Per il buon esito di una coltivazione indoor riguardante le piante di cannabis, le lampade rappresentano uno degli aspetti di maggiore importanza. Queste piante, infatti, hanno bisogno di una grande quantità di luce per essere in grado di crescere e riuscire a produrre cime deliziose e di grandi dimensioni. Sono numerose le alternative a disposizione dei coltivatori indoor, e tra queste ci sono senza dubbio le lampade cfl: si tratta di lampade fluorescenti compatte che hanno il pregio di costare poco, anche se comunque non offrono lo stesso livello di potenza che può essere raggiunto dalle lampade professionali. Ciò non toglie che le lampade cfl possano vantare una notevole diffusione, in modo particolare tra i coltivatori alle prime armi, che non hanno esigenze eccessive.

Come gestire le lampade per una coltivazione indoor

È importante che le lampade vengano installate in maniera che possa essere coperto il numero più elevato possibile di piante: proprio per questo motivo è sempre preferibile accertarsi in anticipo della posizione delle piante, affinché possa essere assicurata la copertura luminosa più estesa possibile. Bisogna sempre tener presente, inoltre, che le lampade destinate alle coltivazioni di cannabis si possono surriscaldare, e di conseguenza vanno tenute a debita distanza da qualunque materiale infiammabile. Ma come si può essere certi di scegliere la lampada più adatta? Come si è detto, le opzioni sul mercato non sono poche: pertanto per essere certi di prendere la decisione più giusta è necessario tenere conto, oltre che del proprio budget, del livello di esperienza che si ha con la cannabis e delle dimensioni del locale in cui si coltivano le piante.

Non solo lampade cfl

Delle lampade fluorescenti compatte si è già parlato: quindi ora vale la pena di prendere in esame le altre soluzioni che si possono trovare in commercio. Per esempio le lampade HPS e le lampade MH, che vengono ritenute dagli esperti come le migliori che si possano utilizzare ai fini della coltivazione della cannabis. Le lampade HPS sono ad alta pressione di sodio; le lampade MH, invece, sono ad alogenuri metallici. In entrambi i casi, comunque, si ha a che fare con prodotti che si caratterizzano per un livello di potenza piuttosto elevato. Ma non è questo il solo pregio che le contraddistingue: i coltivatori, infatti, le apprezzano anche per la loro facilità di installazione. In più il loro costo è relativamente basso, soprattutto se rapportato ai risultati che possono essere garantiti. Ecco spiegato il motivo per il quale quasi tutti i coltivatori più esperti (parlando sempre di coltivazioni indoor, ovviamente) si affidano alle lampade ad alta pressione di sodio o a quelle ad alogenuri metallici.

Le luci a led

Nel novero delle opzioni che vale la pena di conoscere per l’illuminazione delle coltivazioni indoor non si può fare a meno di menzionare le luci a led, che però hanno costi abbastanza elevati (di sicuro molto più alti rispetto a quelli che contraddistinguono le lampade fluorescenti). Per quale ragione, allora, si dovrebbe pensare di ricorrere a questi prodotti? In primis per il loro livello di potenza notevole; inoltre le luci a led sono in grado di mettere a disposizione delle piante una quantità di luce consistente, ovviamente sempre a patto che siano adoperate in maniera adeguata. L’importante è ricordarsi, nel caso in cui si scelga di ricorrere a una luce a led, di appurare con quale modello si ha a che fare per beneficiare di un’installazione corretta.

Gli impianti di illuminazione fluorescente

Infine, dovendo prendere in esame tutte le soluzioni che si hanno a disposizione per illuminazione una coltivazione di cannabis indoor occorre valutare anche le caratteristiche e i punti di forza degli impianti di illuminazione fluorescente. Ci stiamo riferendo in particolare ai tubi fluorescenti 15 e 18, che nella maggior parte dei casi sono impiegati per quelle piante che hanno bisogno di un livello di intensità di luce inferiore rispetto a quello richiesto dalla cannabis. Ciò non vuol dire che per le piante di cannabis non possano essere utilizzate; semplicemente occorre installarle a una distanza minore rispetto alle parti apicali delle piante. Insomma, non mancano i coltivatori che hanno risultati ottimali anche ricorrendo agli impianti di illuminazione fluorescente. In qualsiasi caso è indispensabile evitare le fughe di luce nei periodi di oscurità, per prevenire un eventuale sconvolgimento del ritmo di crescita che caratterizza le piante.

Il filtro dell’aria

Per il buon esito e una resa ottimale di una coltivazione indoor, badare agli impianti di illuminazione è importante ma non sufficiente. Infatti, ci sono anche altri aspetti che è opportuno tenere in considerazione, come per esempio il filtro dell’aria, che permette di ridurre al minimo gli odori delle piante. A che scopo? Se è vero che la coltivazione indoor ormai è stata sdoganata, se le piante sono destinate a un uso personale, e non rappresenta più un illecito, è altrettanto vero che spesso si ha a che fare con vicini di casa un po’ troppo impiccioni e chiacchieroni. L’installazione di un filtro dell’aria consente di eliminare qualsiasi odore: si tratta di un filtro che contiene carboni attivi, attraverso il quale passa l’aria in modo che tutte le impurità e gli odori possano essere eliminati.

Quando c’è bisogno di un filtro

Un filtro dell’aria non è sempre necessario: dipende tutto dalla grandezza della coltivazione. Insomma, per una o al massimo un paio di piante con tutta probabilità non c’è bisogno di ricorrere a un impianto, ma se si ha a che fare con una grow room di dimensioni medie o grandi è sempre auspicabile servirsene, così da non dover fare i conti con attenzioni e pettegolezzi indesiderati. Nella maggior parte dei casi i filtri a carboni attivi devono essere collegati con il sistema di estrazione dell’aria. Così il filtro espelle l’aria calda che è andata accumulandosi nella stanza di coltivazione. Quasi tutti i filtri usati dai coltivatori sono, non a caso, a carboni attivi: in pratica sono gli stessi che vengono impiegati nei tubi di scarico per filtrare i loro odori.

Richy Garino

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