Viva Vittoria è stato uno degli eventi più belli che Cuneo possa ricordare. Piazza Galimberti così bella e colorata non si era davvero mai vista. Quel 30 novembre 2019, dopo che l'evento era stato rimandato per due volte a causa della pioggia, resterà per sempre negli occhi e nel cuore della città.
Ma più di tutto resterà la grande macchina di solidarietà delle donne, capaci di farsi coinvolgere in un progetto che ha avuto come fine ultimo il sostegno alle donne fragili e vittime di violenza.
Sono stati raccolti, grazie alle libere offerte per le coperte, 65.301 euro. Metà sono andati a sostegno dei progetti di Caritas, l'altra ai progetti della San Vincenzo.
E proprio con Silvia Cappellaro della San Vincenzo abbiamo fatto un bilancio di come sono stati usati quei soldi, in un anno lungo e difficile, soprattutto sul fronte della violenza sulle donne, decisamente aumentata. "I soldi raccolti, frutto di tante donazioni e tanta solidarierà, sono serviti per varie cose, ma sempre per sostenere donne in difficoltà. Da un aiuto per pagare l'affitto o le bollette, al pagamento delle spese legali ma anche e soprattutto per rendere più bella e accogliente la casa madre La Speranza, dove accogliamo donne bisognose spesso con figli piccoli. La casa è stata dotata anche di una porta blindata, per renderla più sicura, così come sono stati cambiati gli infissi e alcuni mobili. Altri soldi serviranno per rimettere a posto un altro piccolo alloggio, sempre per donne in difficoltà", ci spiega.
E' stata questa la bellezza del progetto Viva Vittoria: donne per le donne.
Tutto ha preso il via a marzo 2019. Dalla partenza al successo dell'iniziativa, i numeri sono stati impressionanti: 4.500 donne coinvolte, 14.288 quadrotti realizzati, che hanno permesso di cucire 3.115 coperte di un metro per un metro, tutte confezionate ed etichettate.
12.550 i metri di filo rosso utilizzato per cucire, un simbolico filo contro la violenza sulle donne.
Domani 25 novembre è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Un fenomeno che non accenna a diminuire, anzi. Il 2020 è stato un anno davvero tragico: negli 87 giorni di lockdown (9 marzo – 3 giugno 2020) sono state ammazzate 44 donne in ambito familiare, una ogni due giorni. Più che raddoppiati, invece, gli episodi di maltrattamenti e violenza contro le donne.
L'appello, in questo anno senza cortei e manifestazioni, è quello di appendere un drappo rosso alla finestra, per sensibilizzare sul tema e dare un segnale collettivo.