Non c’è colpa quando si parla di scelte volontarie. Donare è un gesto di solidarietà, una solidarietà che è stata forte nella prima fase della pandemia e che ha visto a Cuneo un “boom” delle donazioni di sangue nel mese di marzo.
Una spinta all’unione che poi è andata via via dissipandosi. E questo lo dimostrano i numeri. Il calo è importante. In questo 2020 si sono persi presso il servizio di Immunoematologia e Trasfusionale del Santa Croce di Cuneo 1.500 unità di sangue.
E sui possibili donatori di midollo osseo (ovvero le persone tipizzate e inserite nel registro dei donatori) c’è un calo evidente di oltre il 50%. Erano circa 600 l’anno scorso, quest’anno siamo sotto le 300 tipizzazioni.
Ma, come detto, non c’è colpa quando si parla di donare. Il 2020 è stato un anno complicato sotto molti aspetti.
Il calo non può essere solamente giustificato dalla mancanza di spirito di soccorso in questo periodo difficile: le strutture che effettuano i prelievi hanno dovuto ripensare i layout ospedalieri. Ci sono meno lettini per garantire il distanziamento. Tutti quanti per donare ora si devono prenotare. Inoltre molte donazioni sono “saltate” per motivi relativi all’infezione da Covid, sia diretta che indiretta. Infine molti eventi di piazza promozionali, utili a raccogliere donatori sia di sangue che di midollo, non si sono potuti svolgere. Per esempio, dei circa 300 tipizzati che mancano in questo 2020 per la donazione di midollo, più di 250 derivano dalla mancanza di eventi di piazza come “Match It Now”.
Con tutte le difficoltà del caso al Santa Croce di Cuneo nel 2020 si è riuscito a mantenere i livelli di trasfusioni e di trapianti di midollo.
Come allotrapianti (cioè di trapianti di donatori di midollo) non si arriva al numero record del 2019 solo per poche unità. L’anno scorso si è raggiunto il primato dei 50 interventi, il numero più alto nell’attività trapiantologica nell’ospedale cuneese da quando è partita nel 1996. Così come sono sempre stati garantiti i livelli di sangue per gli interventi effettuati nel 2020.
Ma c’è bisogno di un flusso di donazioni costanti e continue. Alcuni emocomponenti, come le piastrine, “scadono” dopo cinque giorni. Questo vuol dire che è necessaria una distribuzione settimanale che permette di avere scorte su più giorni. Soprattutto in un’ottica di ripresa degli interventi ordinari.
“Se non recuperiamo quelle unità di sangue avremmo difficoltà – dichiara ai microfoni di Targatcocn.it il direttore del servizio di Immunoematologia e Trasfusionale del Santa Croce di Cuneo Marco Lorenzi – Bisogna uscire dall’ottica dell’emergenza. La donazione non serve solo negli interventi chirurgici a seguito di incidenti, ma serve tutti i giorni anche per garantire a delle persone di vivere una vita normale. Il Covid non può fermare il bisogno di donazioni, serve lo sforzo di tutti.”
Nel video l’intervista al dottor Marco Lorenzi.
CHI PUO’ DONARE IL SANGUE
Può donare il sangue chiunque abbia superato i 18 anni e, per cominciare, meno di 65 anni. E’ necessario pesare più di 50 chili. In generale bisogna dimostrare di avere un buono stato di salute. Per maggiore informazioni visita il sito del minsitero della Salute: http://www.donailsangue.salute.gov.it/donaresangue/dettaglioContenutiCns.jsp?lingua=italiano&area=cns&menu=donazioneSangue&id=4
CHI PUO’ DONARE IL MIDOLLO
Si può essere chiamati a svolgere il compito di donatori fino all'età di 55 anni, sempre che ci si sia iscritti al registro in età compresa tra i 18 e i 35 anni. Come per il sangue bisogna godere di un buono stato di salute e pesare non meno di 50 chili.
Basta compilare un questionario anamnestico sullo stato di salute generale e sottoscrivere il consenso informato. Il Medico ematologo/trasfusionista valuta, in base alle risposte date al questionario, l’idoneità all’iscrizione.
Se viene riconosciuta l’idoneità si procede o con un semplicissimo prelievo di materiale biologico (sangue o saliva, secondo le circostanza).
Non occorre impegnativa medica, basta presentare la tessera sanitaria e/o un documento d’identità. Per il prelievo di sangue non è necessario il digiuno.
Il campione di sangue o di saliva viene analizzato per ottenere la tipizzazione HLA del potenziale donatore che, da quel momento, sarà ufficialmente iscritto al Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR).
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IL DOTTOR MARCO LORENZI DAVANTI ALL'INGRESSO DEL SERVIZIO DI MEDICINA TRASFUSIONALE E IMMUNOEMATOLOGIA
Nel Registro vengono conservati i dati relativi alla tipizzazione, indispensabili per individuare la compatibilità tra donatore e ricevente. La privacy del donatore è però protetta da anonimato (il donatore è infatti identificato da un codice) e solo il medico del Centro Donatori che ha arruolato il donatore conoscere il suo vero nome e le sue generalità.
In caso di riscontro di un primo livello di compatibilità con un paziente che ha indicazione ad eseguire un trapianto di midollo, il donatore è richiamato per per effettuare indagini più approfondite con l’obiettivo di confermare la compatibilità con il paziente, e valutare in modo adeguato la sua idoneità alla donazione stessa.
COME AVVENGONO I PRELIEVI DI MIDOLLO?
I prelievi di midollo avvengono in due modi, come ci ha ben spiegato il dottor Marco Lorenzi: la prima, più diffusa nell’ultimo periodo, è molto simile a una donazione di piastrine e avviene attraverso la somministrazione di un farmaco che permette di far fuoriuscire dal midollo le cellule ematopoietiche (anche dette cellule periferiche) e che vengono prelevate con due aghi. Proprio come se fosse una donazione di sangue normale con la differenza che i tempi sono più dilatati (dalle 2 alle 3 ore).
C’è poi, con meno frequenza, la donazione di midollo classica con prelievo da cresta iliaca (nelle ossa del bacino). In questo caso bisogna fare un’anestesia generale e per quanto più breve è un po’ più dolorosa.
“Ma in generale – spiega il dottor Lorenzi – anche nel secondo caso, solitamente i donatori sono talmente felici del gesto fatto che riescono a sopportare un dolore che comunque rientra nell’arco di pochi giorni. Nel caso di prelievo di cellule periferiche non c'è dolore, ma bisogna avere solamente la pazienza di aspettare che il prelievo sia completato.”