Sono esistite da sempre e ovunque (purtroppo anche a Cuneo, anzi…) figure storiche dal destino singolare: personaggi estremamente attivi e creativi nel corso della loro esistenza, noti e acclamati a livello anche internazionale, precipitati di colpo in un oblio palpabile e quasi imbarazzante. E’ questo sicuramente il caso dell’ing. Luigi Caldera, originario di Cuneo e attivo a Torino nella seconda metà dell’Ottocento, «uomo dalla aitante persona, dalla figura intelligente e severa», visionario ideatore e realizzatore di sofisticati perfezionamenti tecnici applicati agli strumenti musicali a tasto.
Le sue indagini furono soprattutto indirizzate a conferire al pianoforte la tanto vagheggiata continuità delle note e degli accordi, una sonorità “tenuta” che diede origine alla nascita e all’affermazione di strumenti quali il Melopiano e l’Armonipiano, nonché ad associare alla tastiera le delicate sfumature timbriche dell’arpa. Presente e apprezzato coi suoi ritrovati nelle grandi Esposizioni Universali dell’epoca (Parigi, Vienna, Londra, Chicago…), lodato da notabili e capi di Stato, fu titolare di numerosi brevetti, privative ed esclusive commerciali a livello internazionale, e ai suoi strumenti si interessarono musicisti del calibro di Rossini, Sgambati, Thalberg e Liszt. Poi… più nulla, la pura, semplice e totale dimenticanza. Un genio creativo in qualche modo – paradossalmente – vittima del progresso, creatore di sonorità musicali tanto originali quanto affascinanti, nella cornice di quel particolarissimo contesto estetico-culturale che fu il panorama europeo, italiano (e piemontese) fin de siècle.
Francesco Bigotti: nato a Cuneo, musicologo e cultore di storia dell’arte organaria, ha perfezionato i suoi studi accademici presso l’Università degli Studi di Torino coronati cum laude con una tesi in Storia della Musica dal titolo «Riflessi transalpini nell’antica arte organaria del Piemonte Sud-Occidentale» e col massimo dei voti in Giurisprudenza presso la medesima Università. Nel suo percorso di ricerca, si è da tempo dedicato a studi, indagini d’archivio e approfondimenti sull’antico patrimonio organario della città di Cuneo e del Piemonte Sud-Occidentale, evidenziando in modo particolare legami e corrispondenze con le analoghe espressioni artistiche delle confinanti regioni d’Oltralpe.