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Attualità | 20 marzo 2021, 10:31

Il villanovese Alessandro Meynardi, in arte "AM Dandy", premiato ad Hollywood per il suo tributo a Kobe Bryant

Il suo brano "I couldn't", dedicato alla tragica scomparsa della star dell'NBA e sua figlia Gianna, è stato premiato agli Hollywood Music in Media Awards

Alessandro Meynardi

Alessandro Meynardi

C'è chi lo chiama "sogno americano", ma dietro questa espressione tipica dei film legati agli States, non c'è solo speranza di realizzare le proprie aspettative, ma soprattutto passione e duro lavoro. 

E' certamente la storia di Alessandro Meynardi, in arte "AM Dandy", giovane artista monregalese che da diversi anni vive in America ed ha ricevuto il prestigioso premio “outstanding instrumental performance” agli Hollywood Music in Media Awards (HMMA). 

Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per scoprire come è nata la sua passione per la musica che lo ha portato da Madonna del Pasco, Villanova Mondovì a Boston.

Quando nasce l'amore per la musica?

"Fin da bambino. Come mio fratello, sono sempre stato immerso nella musica. Ho iniziato a suonare il pianoforte e il violoncello e poi intrapreso gli studi di chitarra tra il 10 e i 12 anni. Il mio vero amore è stata l' elettrica". Parallelamente ho studiato al conservatorio "Ghedini" di Cuneo e mi sono diplomato al liceo classico di Mondovì che, al di là dei risultati come studente, credo mi abbia trasmesso soprattutto un profondo senso artistico e di sensibilità. Certamente ero molto più ferrato in ambito musicale che scolastico. La passione per la musica la devo soprattutto ai miei genitori. E' stato subito amore, ma studiare e approfondire il tutto non sarebbe stato possibile né per me né per mio fratello senza di loro. Mi ricordo ancora che da bambino mio papà ci regalò un dvd dei G3 per farmi sentire Joe Satriani, ma io rimasi immediatamente folgorato da Steve Vai che è diventato il mio mito". 

Non è solo la musica a parlare di te, ma anche i tuoi numerosi tatuaggi...

"Sì, è vero. In realtà sono tutti connessi tra loro, ci sono temi ricorrenti, nessuno è completamente a sé. Rappresentano le cose che mi affascinano e anche le mie origini italiane. Ci rendiamo conto di quanto sia importante e bello il nostro paese solo quando siamo all'estero". 

Perché proprio l'America?

"Dal momento in cui ho capito che volevo intraprendere la strada della musica come mestiere ero consapevole della situazione in Italia. Il mio sogno è sempre stato studiare al Berklee College of Music di Boston, lo vedevo come un traguardo irraggiungibile, ma ho deciso di tentare e sono stato ammesso con borsa di studio. Questa esperienza mi ha dato modo di incontrare persone da tutto il mondo ed è stato un arricchimento culturale incredibile. 

Dopo la laurea alle Berklee, lo scorso anno il premio per "Echoes from the sun", tratto dal solo album "Secret Garden"...

"E' stata una bellissima esperienza, davvero unica. Andare all'Avalon di Hollywood a fianco di personaggi famosi a livello mondiale è stato incredibile: ricordo ci scherzavo con mio fratello (anche lui musicista negli States, ndr) 'sembra impossibile che due ragazzi villanovesi si ritrovino insieme a Hollywood". 

Quest'anno il riconoscimento agli Hollywood Music in Media Awards per "I couldn't", dedicato a Kobe Bryant e alla figlia, come è nato questo brano?

"E' stato composto lo scorso anno, subito dopo la tragica morte di Kobe Bryant e sua figlia Gianna. Sono sempre stato un suo grande fan e poi lui era profondamente legato all'Italia, in particolare a Reggio Emilia, dove trascorse buona parte sull'infanzia perché suo padre all'epoca si trovava li come giocatore professionista. Non ha mai dimenticato il suo periodo italiano. Raccontava spesso nelle interviste di quel bambino diventato uno dei migliori giocatori dell'NBA, come a dimostrare che tutto è possibile. Il pezzo dura 2.48 esatti, non è un caso, sono i numeri di maglia di Kobe e di Gigi, che hanno rispettivamente indossato il 24, l'8 e il 2. Sono molto orgoglioso di aver ricevuto questo premio, purtroppo, per ovvie ragioni legate all'emergenza sanitaria, la cerimonia si è svolta in streaming, ed è stato un vero peccato, perché i vincitori erano davvero importanti, tra cui John Legend, Justin Timberlake e Laura Pausini".

′'I Couldn't ′′ - AM Dandy (compositore, chitarra), Jack Schwenke (basso), Jason Park (piano), Andres Gonzalez-Cardona (miz), Camilo Silva (maestro).

Arianna Pronestì

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