Il Cuneese è al primo posto nella “classifica” regionale sulla soddisfazione che la popolazione esprime in merito ai servizi ospedalieri.
I dati sono forniti da Ires Piemonte, l’Istituto di ricerche economico sociali, che ha elaborato un “Clima d’opinione” proprio in merito al rapporto tra “i piemontesi e la Salute”.
La domanda posta da Ires è semplice: “Quanto i piemontesi si ritengono in buona salute e soddisfatti dei servizi sanitari?”.
E – proprio sulla soddisfazione per i servizi ospedalieri – la Granda spicca al primo posto: 79,1% il grado di soddisfazione del quadrante sud-ovest del Piemonte. Su scala regionale, la media si attesta al 68,9%. Il Cuneese è seguito dalla macroarea di Biella, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli e Novara (al 72,4%), dall’area metropolitana di Torino (68,8%) e da Asti e Alessandria (54,7%).
Positivo anche il grado di soddisfazione, nel Cuneese, per i medici di famiglia, che si attesta all’81,6%, più alto rispetto alla media regionale del 78,4%. In questo caso, la Granda è seconda in classifica, preceduta da Biella, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli e Novara (86,2%) e seguita da Torinese (74,8%) e Astigiano-Alessandrino (77,1%).
La pandemia sembra aver rafforzato la percezione positiva del funzionamento dei servizi pubblici da parte dei cittadini piemontesi.
Fra i servizi indagati dal sondaggio quelli del medico di famiglia sono i più apprezzati, con il 78,4% degli intervistati che esprime soddisfazione. La percentuale di persone che esprimono gradimento è più alta tra gli uomini (79,3%), tra gli over 64 anni (89,0%) e tra i residenti nel quadrante Nord Est del Piemonte (86,2%). Anche in relazione ai servizi ospedalieri il gradimento è elevato, con il 68,9% delle persone che manifesta un giudizio positivo. Le analisi per genere ed età confermano la prevalenza della percentuale di soddisfatti tra gli uomini (71,1%) e tra gli over 64 anni (79,4%). I giudizi positivi si riscontrano con maggiore frequenza tra i residenti del quadrante del Cuneese.
L’indagine Ires ha poi ampliato il raggio, in merito alla difficoltà ad affrontare le spese sanitarie e alla percezione dei piemontesi di “essere in buona salute”.
I Cuneesi risultano essere colore che registrano meno difficoltà nell’affrontare la spesa sanitaria: soltanto il 16,1% del campione intervistato l’ha manifestata, mentre le percentuali crescono nel resto della regione, arrivando a toccare il 25,7% del Alessandria ed Asti. In questo caso, il dato cuneese si pone al di sotto della media regionale.
Le spese sanitarie sono la seconda voce (con il 18,9%), dopo le spese per la casa (al22,4%), rispetto alla quale gli intervistati dichiarano difficoltà economiche nell'affrontarle. Le analisi per genere ed età evidenziano una quota superiore di rispondenti con difficoltà di spesa tra le donne (21,5%) e tra le persone appartenenti alla fascia d'età 35-44 anni (24,5%). In relazione al livello di istruzione, la difficoltà di affrontare e spese sale al 31,1% tra coloro che sono senza titolo di studio o con licenza elementare. L'analisi territoriale mostra, tra i residenti nel quadrante Sud Est del Piemonte, una quota maggiore di persone che dichiarano problemi di spesa (25,7%).
Chiude la carrellata di dati, la percezione di uno stato di buona salute. Nella nostra provincia, il 55,8% degli intervistati ha detto di ritenersi “in buona o ottima salute”. è il dato migliore di tutta la regione.
In Piemonte, infatti, sono state intervistate 1.221 persone, coinvolte nel sondaggio dell’Ires. In media regionale, il 52,5% esprime un giudizio positivo a proposito della propria condizione di salute.
L’indicatore non mostra un peggioramento rispetto all’anno precedente, probabilmente ciò è dovuto al fatto che la pandemia ha portato le persone a relativizzare la propria situazione rispetto al contesto difficile vissuto, come evidenziato anche nell’indagine BES 2020 dell’Istat.
In particolare, si dichiarano prevalentemente in buona o ottima salute gli uomini (55,3%), i giovani nella fascia d’età 18-24 anni (76,1%), chi ha un elevato livello di istruzione (laurea o post-laurea 61,8%) e chi è occupato (59,9%).