Per andare a Messa non serve il green pass. A confermarlo è la Commissione diocesana di Torino, presieduta dal Vicario Generale, monsignor Valter Danna, che il 24 settembre ha licenziato le Linee operative per le attività pastorali 2021/2022 in prevenzione da Sars-CoV-2, in riferimento all’attuale quadro normativo: https://www.diocesi.torino.it/site/norme-anti-covid-linee-guida-aggiornate-per-le-attivita-pastorali-2021-2022/Cei/ .
Esse contengono un appello ad un’operosità paziente, attenta e responsabile, il richiamo all’osservanza di tutte le norme ancora in vigore e i criteri operativi circa la certificazione verde (il Green pass) nelle attività pastorali, salvo quelle regolate da uno specifico protocollo di prevenzione.
Nella nota si legge che la certificazione verde non è richiesta per le celebrazioni, le processioni, ogni forma di preghiera, la catechesi e ogni altra attività assimilabile alla catechesi, quali ad esempio i gruppi formativi, gli incontri con le famiglie dei ragazzi della catechesi, i percorsi in vista della celebrazione del Matrimonio e del Battesimo. Si continuerà a osservare quanto previsto dal Protocollo CEI-Governo del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato Tecnico-Scientifico. Per gli edifici di culto è d’obbligo il ‘Green pass’ solo per i tour turistici di gruppi organizzati e le visite guidate.
Le altre attività pastorali (oratorio, doposcuola…) per minori di età inferiore ai 12 anni e per minori tra i 12 e i 18 anni, se si tratta di attività o spazi non promiscui, ovvero esclusivamente dedicati ai minori, non necessitano di certificazione verde. Per tutte le altre attività pastorali con maggiorenni, che non si svolgano all’aperto o non siano assimilabili al culto e alla catechesi, la certificazione verde è invece obbligatoria. Si tratta delle attività di aggregazione svolte negli oratori (con maggiorenni), attività caritative, conferenze, convegni, pranzi, cene, feste, doposcuola e sale studio per maggiorenni, ecc.
Una seconda attenzione riguarda l’osservanza di tutte le norme fondamentali di prevenzione dal contagio di Sars-CoV-2. È un dovere di osservanza personale e comunitario, soprattutto per chi ha una particolare responsabilità ecclesiale. “Resta fondamentale mitigare i rischi di trasmissione del virus, che è ancora pericoloso, specialmente nelle sue varianti. Per questo è bene continuare a osservare le misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio, quali l’uso delle mascherine, il distanziamento fisico e l’igiene costante delle mani. La prevenzione di nuovi focolai passa, infatti, attraverso l’adozione di comportamenti responsabili e un’immunizzazione sempre più diffusa” (Presidenza CEI, ib.).
In particolare si richiamano la gestione degli spazi in relazione alla distanza interpersonale di un metro; le condizioni di accesso agli incontri e ai locali; le modalità di entrata e di uscita; le norme igieniche e l’uso dei dispositivi di protezione individuale; la formazione e la comunicazione adeguata circa le essenziali norme di prevenzione; l’attenzione alle differenti tipologie di attività pastorali.
Condividiamo la responsabilità di questo tempo: per un’operosità paziente a servizio del Vangelo. Conclude la nota.