“In un tempo senza ideali, né utopia, dove l’unica salvezza è un’onorevole follia: Giorgio Gaber”. Il titolo è già un applauso alla sua personalità e al suo stile.
Un omaggio di Luciano Zardo già chirurgo all’ospedale di Saluzzo e Savigliano, attuale direttore sanitario del Centro riabilitazione Ferrero di Alba e Robilante, che all’artista ha dedicato una lezione nel programma de" Il Tempo Ritrovato" edizione 2021, nel "Quartiere" alla ex Caserma Musso.
Un ritratto a tutto campo e poi un film, frutto di ricerche nelle teche Rai, di filmati raccolti su diversi siti “non rispettando la cronologia degli eventi ma con l’intenzione di mettere in evidenza il personaggio, molto particolare e molto bravo, come cantante e intellettuale: un intellettuale vero che si confrontava con la realtà".
"E confrontandosi con la realtà diventava scomodo perché era lo quando era il caso di esserlo". Infastidiva una certa opinione pubblica, che inizialmente si era ritrovata in sintonia con lui. Ma incrociava sempre altri nuovi interlocutori e pubblico che lo apprezzavano.
Artista e uomo di coraggio. "Quando decise di attuare una svolta importante, era al culmine della sua carriera: un cantante di successo in televisione tra gli anni ‘69 e ‘70. E, andò a fare il Teatro-Canzone con un gruppetto di musicisti per cercare un modo più libero di esprimersi, riempendo il palcoscenico di parole, chitarra, musica e realtà".
Il filmato di Zardo ha portato in una vera e propria immersione nei classici dell'artista che nessuno dimentica e che hanno saputo sorprenderci.
La sincerità era il punto focale del linguaggio gaberiano,, netto e diretto, mai volgare, espressione di amarezza, disincanto, ma anche di emozione. Unito ad una mimica vivace e unica.
Oltre all’ apprezzamento per sua libertà mentale, Zardo sottolinea l’aspetto del "multiforme ingegno" che si è espresso dagli inizi della carriera, nel 1954 come chitarrista nel gruppo "Ghigo e gli arrabbiati” al sodalizio artistico con il pittore- scrittore Sandro Luporini, doppia firma degli spettacoli del cantante dal “Signor G” in avanti, nella musica leggera e nella dimensione più congeniale del teatro.
“Di Gaber sinceramente mi piace tutto. Aveva 10 anni più di me, ho cominciato a conoscere le sue canzoni da adolescente e il legame affettivo non si è più perso. Ammiro la piacevolezza, il garbo con cui porge le sue riflessioni, soprattutto la libertà di pensiero, senza schiavitù politiche. Per molti aspetti lo trovo vicino a Fabrizio De Andrè”.
Non a caso il penultimo brano nel filmato è proprio "Addio Lugano bella" la canzone anarchici.
Zardo conduce poi ad un successo postumo, avvenuto dopo la morte dell'artista del 2003, in cui con una delicatezza innocente Gaber esprime l’idea di non influenzare i più piccoli “Non insegnate ai bambini “ la vostra morale è così stanca e malata potrebbe far male /…/ Non indicate per loro una via conosciuta ma se proprio volete insegnate soltanto la magia della vita".
Dopo l'abbraccio rinnovato a Gaber, il terzo appuntamento de "Il Tempo Ritrovato" domani martedì 30 novembre alle 17 “ Le donne nelle opere di Giacomo Puccini" di Diego Ponzo.
Consigliata la prenotazione allo Iat 0175 46710. Informazioni: info@visitsaluzzo.it