Ancora non si hanno certezze sulla sorte di Ivan Luca Vavassori, il 29enne italiano che, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, aveva lasciato lo sport per arruolarsi e combattere contro la Russia, paese che gli aveva dato i natali.
"Il calciatore combattente", come era stato ribattezzato, era stato adottato all'età cinque anni da Pietro Vavassori e la moglie Alessandra Sgarella, di Busto Arsizio. Portiere professionista, ha militato in diverse squadre di serie C, vestendo anche i colori del Bra nella stagione 2013-2014 (leggi qui).
Aveva intrapreso questa scelta comunicandola sui social, dove poche settimane fa scriveva "Morire vent’anni prima o vent’anni dopo, poco importa. Quel che importa è morire bene. Soltanto allora inizia la vita.”
Dopo un silenzio di alcuni giorni, Vavassori aveva deciso di "stoppare" l'utilizzo dei social per non mettere in pericolo la sua vita, affidando la gestione suoi account ad altre persone che in queste ore comunicano:
"Siamo dispiaciuti di comunicarvi che questa notte, durante la ritirata di alcuni uomini feriti nell'attacco a Mariupol. Due convogli sono stati distrutti dai militari russi. In uno di questi pensiamo che ci fosse Ivan con il quarto reggimento. Stiamo cercando di fare del nostro meglio per capire se ci sono persone sopravvissute e i loro nomi. Vi informeremo attraverso i profili Instagram e Facebook di Ivan".












