Nel 2020, una donna di Dogliani mise in vendita su una piattaforma di e-commerce online un giubbotto da motociclista al prezzo di 300 euro. Qualche giorno dopo ricevette una telefonata da un uomo, che le propose un’offerta di 270 euro, che lei accettò.
"Il pagamento doveva avvenire tramite bonifico – ha spiegato la vittima del raggiro al giudice del Tribunale di Cuneo, dove il caso di truffa è ora oggetto di un procedimento –. Lui mi disse di recarmi allo sportello in modo che, inserendo i miei dati, avrebbe potuto effettuare una ricarica direttamente sul mio conto. Alla fine, seguendo le sue indicazioni e digitando ciò che mi diceva, ho effettuato io un bonifico a lui di 3.439 euro sulla sua carta. Ho subito sporto denuncia".
Citata in giudizio con l’accusa di truffa davanti al Tribunale di Cuneo si trova ora E.F. si trova a processo. Come spiegato da un carabiniere della stazione di Dogliani, il numero di cellulare che sarebbe stato utilizzato dall’imputata risulta essere intestato a un uomo pakistano, irrintracciabile, mentre la carta di credito risultava intestata proprio a E.F.
La Polizia Postale, dopo aver effettuato le indagini del caso, riuscì a risalire al domicilio della donna, a Roma, e venne a sapere che la Poste Pay su cui era stato effettuato il bonifico dalla doglianese sarebbe stata attivata il giorno stesso della truffa e disattivata due giorni dopo, e che i documenti utilizzati per il contratto delle Poste Pay Revolution sarebbero stati proprio i suoi, quelli di E.F.
Il processo proseguirà con l’udienza già fisata al 12 dicembre prossimo con la discussione.
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