Ha fatto molto discutere la lettera che abbiamo pubblicato qualche giorno fa su Targatocn, nella quale una signora si chiedeva - domanda che suonava fortemente retorica - se ancora esistesse una Sanità a Cuneo, costretta ad andare a Verduno per un'ecografia di controllo ai linfonodi a seguito di un trattamento di radioterapia.
Tra i commenti, o meglio, tra chi ha voluto confermare la difficile situazione del nosocomio del capoluogo, il signor Antonio Ferrero, originario di sant'Anna di Valdieri, dove ancora possiede una casa, ma da tempo residente fuori provincia. Attualmente abita in provincia di Bergamo, dove vive da 16 anni.
Di anni il signor Antonio ne ha 77 e da tre è dializzato. Si sottopone alla dialisi tre volte alla settimana a giorni alterni ma, da quando è costretto a questo trattamento, non è più tornato a Cuneo, dove ancora vivono i suoi familiari - il fratello, la cognata, i nipoti, oltre agli amici - e dove ha sempre passato il periodo estivo.
Perché? Perché non gli è mai stato consentito di sottoporsi alla dialisi all'ospedale di Cuneo. "Eppure- ironizza - la Tari e l'Imu sulla casa le pago".
"Vi contatto perché vorrei consolare quella lettrice che non riesce a fare un'ecografia a Cuneo; io, che sono dializzato, con casa e parenti in Valle Gesso, sto cercando da tre anni un’accoglienza temporanea alla dialisi dell’Ospedale. Da tre anni non riesco a tornare nella mia città. Le mie richieste si sono sempre rivolte al reparto del Santa Croce. Le motivazioni sono sempre state: siamo un centro COVID, stiamo ristrutturando, non c'è posto, manca il personale. Fatto sta che non hanno mai accolto la mia richiesta. E io non ho più il diritto e la possibilità di tornare a Cuneo, perché la dialisi la devo fare e - conclude - al Santa Croce non mi è permesso. Chissà, magari ci riprovo contattando l'ospedale di Verduno".