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Attualità | 08 settembre 2022, 08:44

Tra rimpalli e indugi, il nuovo ospedale di pianura pare essersi perso nel porto delle nebbie

Da mesi è calato il silenzio sulla seconda struttura sanitaria del Cuneese che dovrebbe servire l’area saviglianese, saluzzese e fossanese. L’assessore regionale Icardi aveva demandato la scelta dell’area al Consiglio regionale, in attesa di più precise indicazioni da parte della nuova amministrazione di Savigliano

L'assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi

L'assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi

Se n’era fatto un gran parlare nei mesi scorsi, quasi che il nuovo ospedale di pianura o del “quadrante Nord-Ovest”, come scritto nei documenti ufficiali, dovesse essere realizzato in tempi stretti.

E invece più passa il tempo, più si ha la sensazione che si sia trattato di un bel sogno, destinato a restare tale.

Nessuno oggi ne parla più e le ultime notizie sono rimaste a quando l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, aveva comunicato di voler passare al Consiglio regionale la palla per l’individuazione dell’ area della nuova struttura sanitaria, destinata a servire i territori saviglianese, saluzzese e fossanese.

Icardi aveva scelto di tergiversare anche visto il voto amministrativo di Savigliano di inizio giugno.

Tuttavia, sono passati ormai tre mesi dall’insediamento della nuova amministrazione saviglianese guidata dal sindaco Antonello Portera e il nuovo ospedale sembra essersi perso nel porto delle nebbie.

Qualche contatto tra il sindaco e la Regione risulta ci sia stato, ma evidentemente non è servito a sbloccare la situazione o comunque non è stato determinante per fornire chiarificazioni sulla scelta del sito.

L’amministrazione di Savigliano deve dire quali sono i suoi intendimenti e da lì si capirà se collimano con le indicazioni fornite dall’agenzia che ha curato lo studio.

Apparentemente, il nodo da sciogliere sembra essere quello dell’area (più o meno vicina all’abitato di Savigliano), in realtà dubbi cominciano a sorgere sulla effettiva disponibilità delle risorse finanziarie indispensabili per poter procedere.

Nel Cuneese – come noto -, oltre a quello di pianura, è prevista anche la costruzione del nuovo Santa Croce-Carle nel capoluogo.

E proprio a questo proposito, per ovviare alla carenza di fondi e per accelerarne l’iter di realizzazione, si sta discutendo se prendere in considerazione l’ipotesi di partenariato pubblico-privato.

Una holding che fa capo al costruttore Matterino Dogliani ha proposto di farsi carico della costruzione della struttura, sulla falsariga di ciò che era successo qualche anno fa a Savigliano con proposta (più o meno simile) avanzata dallo studio dell’ingegnere saluzzese Giorgio Camisassi e supportata da altri imprenditori locali.

Mentre a Cuneo il dibattito si sta accendendo, da Savigliano da mesi non si hanno più notizie.

L’assessore Icardi ha evitato di pronunciarsi, né risulta che la questione sia prossima all’esame da parte del Consiglio regionale.

Le ultime informazioni dicevano che la società incaricata di redigere lo studio di fattibilità avesse praticamente ultimato i lavori e che si aspettasse unicamente l’indicazione del sito, tema sul quale, come noto, ci sono divergenze tra Savigliano e Saluzzo.

“La scelta definitiva dei siti – queste le ultime dichiarazioni di Icardi - andrà fatta tenendo conto sia degli elementi tecnici che delle valutazioni politiche sulle dinamiche territoriali complessive”.

L’assessore aveva assicurato che i progetti sono stati inseriti nella programmazione regionale, con relativa copertura finanziaria.

Ma il perdurante silenzio pone legittimi interrogativi.

Infatti, se non sono mai stati troppo chiari gli aspetti dei possibili finanziamenti in capo all’Inail per la costruzione dei due nuovi ospedali del Cuneese, ancor di più lo sono i tempi.

Se poi sulla vicenda scende il silenzio della Regione e insieme a questo cala anche l’attenzione da parte delle amministrazioni del territorio, i timori aumentano.

Giampaolo Testa

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