La giuria del “Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria” ha attribuito la "Menzione speciale" al libro "Omicidio al vescovado" di Gian Maria Aliberti Gerbotto.
A distanza di quasi un anno dalla sua uscita in libreria e a meno di due mesi dalla pubblicazione di una nuova fatica letteraria dell'autore saluzzese, il romanzo giallo con Prefazione di Sergio Staino, continua a dare soddisfazioni al suo autore e ai suoi due protagonisti reali: il vescovo Cristiano Bodo e il vignettista cuneese Danilo Paparelli che nella finzione romanzesca di Aliberti, viene addirittura assassinato, sembrerebbe proprio dal monsignore.
“Sono felice per questo ennesimo riconoscimento al mio lavoro di scrittore, ma sono ancora più contento del fatto che grazie al successo del nostro libro siamo riusciti a devolvere quasi 3 mila euro alla Caritas saluzzese” ha detto, sabato 24 settembre, l'autore al momento di salire sul palco del teatro del Casinò dove era appena stato premiato anche il celebre regista e sceneggiatore Enrico Vanzina. Nella sua carriera di scrittore, Aliberti Gerbotto, che oggi insegna all'Afp di Cuneo, ha già all'attivo sette romanzi gialli e una decina di altri libri, spesso dedicati al mondo dei vip e pubblicati da case editrici del calibro di Piemme e Mondadori, o distribuiti da Rizzoli e De Agostini. Caratteristica dei romanzi del giornalista piemontese, oltre al coinvolgimento nella trama di personaggi reali, citati con il loro vero nome, cognome e ruolo nella vita sociale, è la promozione del territorio e delle sue eccellenze, paesaggistiche ed enogastronomiche. Il primo ad accorgersene fu Antonio Bozzo del Corriere della Sera che, leggendo un romanzo di colui che era stato a lungo suo stimato collaboratore, commentò di aver notato un aspetto speciale: “Sotto la trama del giallo si nasconde una eccezionale guida turistica romanzata” disse l’allora direttore del settimanale del primo quotidiano nazionale, al suo valente giornalista passato poi alla scrittura di romanzi.
Presto se ne accorsero anche le istituzioni: Chiamparino, quand’era Presidente della Regione Piemonte, lo invitò a Palazzo Lascaris per complimentarsi con lui per aver saputo trasformare un libro giallo anche in una utile guida che metteva in risalto le peculiarità artistiche della zona. Parole di elogio arrivarono anche dal Presidente della Provincia di Cuneo, il sindaco Borgna, e poi ancora dalla locale Atl, che ai tempi di Paolo Bongioanni, lo nominò “ambasciatore del territorio”. Il sindaco di Casteldelfino, Alberto Anello, nel 2019 gli conferì addirittura la cittadinanza onoraria come segno di gratitudine per aver incluso il suo paese di montagna tra i luoghi in cui erano ambientate le scene di un suo thriller, valorizzandolo e promuovendolo agli occhi dei lettori.
A Gian Maria Aliberti Gerbotto, già cavaliere ufficiale al merito della Repubblica Italiana, arrivò anche un cavalierato sui generis, quello del tartufo e dei vini d’Alba “per aver esaltato nei suoi libri, i paesaggi delle Langhe, ma anche le sue prelibatezze culinarie”.
Negli ultimi anni lo scrittore saluzzese ha allargato il suo orizzonte narrativo con scene ambientate anche oltre confine, toccando la Costa Azzurra. Quando Aliberti consegnò un suo libro direttamente nelle mani di Alberto di Monaco, il Principe si disse entusiasta della sua scelta di coinvolgere nella trama anche la sua Monte Carlo. E non poteva mancare la vicina Liguria, riviera molto frequentata dai piemontesi, cosicché anche da quelle terre sono giunti i meritati apprezzamenti, in primis quello dell’assessore al Turismo Berrino. L'impegno di Aliberti come professore, formatore ed educatore è stato invece recentemente premiato dal presidente Cirio che lo ha ricevuto in Regione per complimentarsi della sua lotta contro il bullismo portato avanti nel romanzo “Io sono più forte”, ma anche con il suo ruolo attuale d'insegnante.