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Attualità | 02 aprile 2023, 12:21

Farinel/ Il mio appello perché con l’Asti-Cuneo non si umili ancora una volta questo territorio

Tra poche ore sarà aperto al traffico, a una sola corsia, il tratto dell’A33 da Roddi a Verduno. A 35 anni dalla prima assegnazione dei lavori e senza certezze sulla realizzazione del lotto 2.6a tra Verduno e Cherasco l’appello è a evitare celebrazioni inopportune e selfie che rappresenterebbero l’ennesimo schiaffo a un territorio che attende l’autostrada da quasi mezzo secolo

Farinel/ Il mio appello perché con l’Asti-Cuneo non si umili ancora una volta questo territorio

Domani a quest’ora le prime auto transiteranno sul lotto 2.6 b della Asti-Cuneo da Roddi a Verduno. Inizialmente, a una sola corsia. Per molti sarà una delusione scoprire che l’ospedale sarà solamente un po’ più vicino, ma non quanto i più si attendevano. Puntualmente, invece, si accorgeranno che sono già pronti i cartelloni con le modalità di pagamento per il piccolo tratto.

Nel 1988, quando vennero assegnati i lavori dell’Asti-Cuneo, per essere terminati entro cinque anni, massimo sette, quindi nel 1995, come scrissero i giornali dell’epoca, Alberto Cirio era un liceale sedicenne, uno come tanti, da una famiglia come tante in quella Langa che stava uscendo dal guscio. Famiglie umili e dignitose che sognavano un futuro migliore per i figli, lontano dalla miseria che aveva caratterizzato le colline della destra Tanaro.

Quel ragazzo, con tenacia e forza di volontà, andò forse anche oltre quelli che erano i suoi stessi sogni facendo una carriera politica di primo livello diventando a 47 anni presidente della Regione Piemonte e con la prospettiva di scranni, se possibile, ancora più importanti.
Perché questo lungo preambolo? Perché voglio proprio appellarmi a quel ragazzo cresciuto tra Sinio ed Alba prima che al presidente della Regione Piemonte. Un ragazzo che come me, non so se amasse i Beatles e i Rolling Stones, ma sicuramente, come il sottoscritto e come tutti in questo territorio da 35 anni convive con la vergogna di una autostrada che è diventata paradigma di sprechi e di ritardi, un esempio di inefficienza che un territorio operoso come il nostro non si meritava.

Di ministri pronti a prendersi meriti inesistenti facendo questo lavoro ne ho visti a decine, di tutti i colori, dei più disparati partiti, da ogni parte della penisola, e penso che uno in più farà poca differenza. La questione Asti-Cuneo dipende direttamente dal Ministero delle infrastrutture e non dalla Regione Piemonte, sia chiaro, ma voglio sperare che Alberto Cirio possa farsi garante affinché i tagli del nastro, i selfie, le manifestazioni di giubilo decisamente inopportune possano essere evitate, oggi, domani e sempre perché se anche il lotto 2.6 a dovesse essere finito entro il 2024, e così difficilmente sarà, il ritardo sarà stato di oltre 20 anni e nulla ci sarà da festeggiare.

Dalla Regione Piemonte hanno più volte ribadito che si tratterà di un semplice sopralluogo e voglio credere che sia così.

Nella terra di Michele Ferrero, di Giacomo Morra, di Franco e Carlo Miroglio, di Beppe Fenoglio e Michele Coppino lo “Spatüss” lo si evita, per il pudore tipico dei langhetti persino quando si ottengono grandi successi, figurarsi quando ci si trova di fronte a una figuraccia come la Asti-Cuneo.

Marcello Pasquero

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