I 12 componenti l’attuale Consiglio provinciale concluderanno, fra tre mesi, il loro mandato amministrativo che la legge Delrio del 2014 ha stabilito essere biennale.
In attesa dell’annunciata normativa che ridisegni ruolo e funzioni delle Amministrazioni provinciali si è in attesa di capire come verrà gestita questa fase di transizione.
Ne abbiamo parlato con Luca Robaldo, sindaco di Mondovì, da un anno presidente della Provincia di Cuneo, il cui mandato – a diversità del Consiglio – non è in scadenza essendo sfalsate le due elezioni.
Presidente, a breve dovrebbero essere indetti i comizi elettorali per il rinnovo del Consiglio provinciale. Quali sono i suoi intendimenti?
“Naturalmente rispettare la normativa. Se, poi, arriverà un provvedimento legislativo che prorogherà i termini per l'indizione delle elezioni lo applicheremo”.
Il rinvio sine die dell'elezione diretta, lascia le Province ancora nel limbo. Come la vede?
“No, oggi le Province non sono nel limbo e lavorano nell'alveo delle competenze loro attribuite dalla legge 56, la famosa Delrio.
L'elezione diretta consentirebbe all'ente di avere un rapporto diretto coi cittadini, necessario soprattutto se pensiamo che ci occupiamo di strade e scuole: due fra le principali infrastrutture a disposizione di tutti”.
Ha già qualche indicazione dal Governo su quel che accadrà nei prossimi mesi?
“Ho un rapporto diretto col ministro Calderoli, che ringrazio. Nella nostra ultima telefonata l'ho trovato, ancora una volta, chiaro: mi ha spiegato a che punto è la riforma in Parlamento, quali sono gli intendimenti del suo dicastero e poi cosa - a suo parere - avverrà. Ho ritrovato le stesse parole nell’intervista che ha rilasciato a lei una settimana fa. Il 10 e 11 ottobre si svolgerà l'Assemblea delle Province Italiane a L'Aquila, credo (e spero) che in quella sede avremo i definitivi ragguagli”.
Se e quando si tornerà al voto, quali schieramenti ipotizza?
“Dipende. Nel testo della riforma è previsto che ci siano coalizioni di liste, a sostegno di un candidato presidente, un po' come avviene nei Comuni sopra i 15 mila abitanti. Con una previsione normativa di questo tipo credo sarà probabile vedere una replica delle coalizioni in campo a livello nazionale.
Anche se la nostra terra ha già dato spazio anche ad altre esperienze elettorali: ricordo le liste civiche di "Insieme a Quaglia per la Granda" o il Presidente Costa sostenuto da un centrodestra orfano della Lega...”.
Il patto elettorale stipulato tra Azione e Pd, nei fatti, è saltato perché lei ha preferito privilegiare una più ampia maggioranza che ha visto fuori solo Fratelli d’Italia, per altro per sua espressa scelta. Che cosa risponde?
“Alla base del 'Patto Civico per la Granda' c'era un anno fa, e c'è oggi, un unico accordo: lavorare insieme per raggiungere i risultati necessari al nostro territorio. E la Provincia è più forte grazie al fatto che questo messaggio è stato accolto anche dalle forze che non mi sostennero nel settembre 2022".
Cosa succederà, dunque, a breve e medio termine?
“Dobbiamo attendere le decisioni del Parlamento ma il mio auspicio, in caso di elezioni del Consiglio Provinciale a dicembre, resta sempre lo stesso: l'obiettivo è quello di essere al fianco dei Comuni e di garantire ai cittadini i servizi che meritano. E per come la vedo io, obiettivi come questi non necessitano di coloriture politiche bensì di tanto lavoro”.