L'area industriale nel territorio comunale di Clavesana sarebbe la futura potenziale sede di un importante impianto di stoccaggio di rifiuti pericolosi proposto dalla ditta Cement Srl.
E' da qualche giorno affisso all'albo pretorio del Comune sito alle porte delle Langhe, infatti, un avviso al pubblico redatto dalla Provincia di Cuneo che comunica l'avvenuto deposito degli elaborati funzionali alla pronuncia di compatibilità ambientale e di autorizzazione unica ai sensi del Decreto Legislativo 152 del 2006.
La realtà produttiva, già insediata in loco, e rilevata tre anni or sono dalla azienda Barbera Srl di Villanova Mondovì, è oggi specializzata nella produzione di conglomerati cementizi a partire dagli inerti cavati presso la propria cava di Vicoforte e parallelamente nella produzione di materia prima seconda ottenuta principalmente da frantumazione di materiale edile proveniente da demolizioni.
Come specificato nello stesso avviso, la Cement ha in progetto l'aumento delle quantità stoccabili e movimentate attualmente e contestualmente l'avvio di parallela attività di deposito di rifiuti pericolosi e non, all'interno di tettoie e capannoni di nuova futura costruzione.
In località Cascina San Giovanni, come si legge sul sito internet aziendale, "in adiacenza all'impianto di betonaggio sito a Clavesana, il Gruppo ha acquistato un terreno di 50.000 m² che verrà utilizzato per lo sviluppo di un nuovo settore d’attività: l’area infatti è destinata a ospitare un sito per il recupero di macerie nonché per il recupero e lo stoccaggio di rifiuti, aprendo le porte al vasto comparto dell’ecologia".
Di che tipo di rifiuti da stoccare si tratti, e di quali quantità massime annue, è esplicitamente elencato nelle cinque pagine all'uopo destinate presenti nello Studio di Impatto Ambientale redatto nel dicembre 2022, a cura dell'azienda, dall'ingegner Massimo Peluso e pubblicato sul sito della Provincia di Cuneo.
Tra gli altri, vernici contenenti solventi o sostanze pericolose per un massimale potenziale di 100 tonnellate all'anno; oli minerali di vario tipo per un massimale potenziale di 100 tonnellate l'anno; materiali contaminati da sostanze pericolose per un massimale potenziale di 30 tonnellate annuali; apparecchiature dismesse contenenti mercurio, clorofluorocarburi e componenti pericolose per un massimale potenziale di 200 tonnellate l'anno, e così via. Innegabile che i dati che saltano più all'occhio siano il massimale di 400 tonnellate di batterie esauste, anche contenenti cadmio, mercurio e piombo, ma soprattutto le potenziali 300 tonnellate all'anno di rifiuti contenenti amianto.
Al di là della particolarità della destinazione d'uso richiesta, e anche se - a onor del vero - lo studio depositato sembra sottolineare esplicitamente la presenza di accordi specifici con l'Amministrazione Comunale di Clavesana, suonerebbe falso negare che la sensibilità dei cittadini e degli enti locali, nei confronti di attività che coinvolgono la presenza di sostanze come quelle citate, sia molto spiccata, visti anche i non positivi precedenti storici della nostra regione!
Sostanzialmente: tra poche ore - domenica 8 ottobre - scadrà la facoltà di deposito di memorie e contributi da parte di chi abbia interesse a produrne.
In seguito il corposo procedimento amministrativo farà il suo corso, secondo le norme vigenti e a rigida tutela, da un lato, della sicurezza della cittadinanza e, dall'altro, della libertà di impresa.