Realista, ma con una buona dosa di ottimismo che spesso regala piacevoli finali. Antonio Degiacomi, presidente del Centro Nazionale Studi Tartufo, ripercorre un po' la stagione fatta di alti e bassi. "Abbiamo avuto piogge in tarda primavera e a fine agosto, ma questo caldo che si è protratto fino a ottobre ha inciso sulla quantità e sui profumi del tartufo. Di solito la stagione dà il meglio di sé da ottobre in avanti, quest'anno siamo un po' in ritardo, ma mi aspetto ancora sorprese positive".
Uno degli aspetti più critici del 2023 è la minore quantità che ha inciso sui prezzi del tartufo, un po' più alti della media degli anni scorsi. "Le temperature alte sono state decisive, in alcuni mesi non c'è stata abbastanza escursione termica, ma sono fiducioso. La nostra filiera, dai raccoglitori, ai commercianti fino ai giudici e alle commissioni, lavora per mantenere alta la qualità. In più l'esperienza che abbiamo nella ristorazione ci permette di saper scegliere i prodotti e di saperli presentare e servire con cura".