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Attualità | 07 dicembre 2023, 14:22

Cuneo, Sturlese sugli ampliamenti al S. Croce: “Assurdo investire milioni e poi decentrare il futuro ospedale unico”

Il decano del consiglio comunale del capoluogo ritorna sull'annosa questione dell'ubicazione del nuovo nosocomio della città, e sulla necessità di mantenerlo nel centro

Cuneo, Sturlese sugli ampliamenti al S. Croce: “Assurdo investire milioni e poi decentrare il futuro ospedale unico”

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera inviata dal consigliere comunale di Cuneo Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni). Al centro dello scritto, i nuovi ammodernamenti tecnologici dell'ospedale S. Croce del capoluogo, e il destino del progetto di realizzazione del nuovo nosocomio unico.

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Gentile Direttore,

giustamente la settimana scorsa è stato dato grande rilievo anche sul Suo giornale all'inaugurazione del nuovo reparto di Ostetricia e Ginecologia al quarto piano dell'Ospedale S. Croce di Cuneo. Concepito con criteri innovativi che prevedono la separazione dei percorsi con un reparto di 16 posti letto a bassa intensità per le gravidanze fisiologiche e uno di 20 ad alta intensità vicino a sala parto, sala operatoria (nel caso si valuti che possa rendersi necessario il parto cesareo), Pediatria Terapia Intensiva Neonatale per le gravidanze a rischio, il nuovo reparto è ampio per un totale di 1225 metri quadri.


Con questo intervento strutturale e organizzativo l'Ospedale S. Croce risponde in maniera sempre più qualificata al proprio ruolo di secondo punto nascita del Piemonte, con quasi il 7% dei parti di tutta la regione per un totale di 1800 parti all'anno. Ma questo risultato - sottolineava il commissario all'Azienda Ospedaliera Livio Tranchida - è stato possibile solo grazie all'eccellenza dei professionisti che operano nella struttura, 'perché sono i professionisti e non i muri a fare la differenza'. 


Tuttavia occorre ricordare che in questi ultimi vent'anni molti interventi hanno

consentito a queste elevate professionalità di esprimersi al meglio: il Bunker per la produzione dei radionuclidi, il nuovo blocco delle Sale Operatorie, la Sala multidisciplinare di Endoscopia, una seconda Rianimazione (non funzionante per carenza di operatori), una RMN di ultima generazione, una riallocazione ottimale della degenza di Medicina d'Urgenza. È anche prevista una nuova PET grazie ai fondi raccolti dalla Fondazione Ospedale Cuneo. 


Insomma una mole di interventi che hanno richiesto investimenti per alcune decine di milioni. 


Ma allora una domanda sorge spontanea: perché le classi dirigenti regionali e locali insistono ossessivamente sulla costruzione del nuovo ospedale a Confreria, malgrado evidenti difficoltà nell'accessibilità a tale sede, la presenza di vincoli culturali e paesaggistici ostativi e costi presumibilmente molto più elevati rispetto a una riqualificazione dell'attuale sede, in particolare se venisse accolto il nuovo progetto di partenariato pubblico privato presentato da Fininc pochi giorni fa - dopo un ritardo di nove giorni sui termini - , e del quale non sapremo nulla fino alla Conferenza dei Servizi del prossimo marzo?


Il nostro gruppo - Cuneo per i Beni Comuni – , con gli Indipendenti e grazie alla collaborazione di validi professionisti, ha dimostrato la possibilità concreta di realizzare il nuovo ospedale unico di Cuneo nell'attuale sede centrale attraverso una riqualificazione completa, con lieve ampliamento, del S. Croce a costi dimezzati. 


Sottolineiamo inoltre che il campus per gli specializzandi, la cui necessità è stata indicata con carattere di priorità dal commissario Tranchida alla luce dell'alto numero - un centinaio - di questi operatori a sostegno dell'attività ospedaliera del personale di ruolo, era stato da noi previsto negli edifici del Carle dopo il trasferimento dei primi reparti nella sede centrale.

Al Direttore

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