Riceviamo e pubblichiamo.
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Egregio Direttore,
bisogna dirlo, malgrado il sostegno di pochi competenti, i propositi di cambiamento di Lega e Fratelli d’Italia, l’impegno responsabile ed entusiastico del presidente Luca Robaldo, con il solito improduttivo sistema e le solite teoriche intenzioni, il prossimo mese di settembre si voterà per il rinnovo del Consiglio provinciale secondo la riforma Delrio. In sostanza, ancora una tornata di rianimazione bocca a bocca per tenere in vita un ente locale che si riconosce indispensabile per il territorio e per i suoi cittadini; che tutta la classe politica in loco auspica sia funzionale e operante, ma per il quale nessuno sostanzialmente si dà da fare, anche perché nessuno sa con quali obiettivi rilanciare la Provincia e con quali mezzi finanziarla.
Certo c’è da chiedersi con quale cognizione di causa saranno chiamati ancora una volta i consiglieri comunali del Cuneese a votare per via indiretta uno sparuto gruppo di dodici esponenti nel nuovo Consiglio provinciale. Chi e quanti di essi saranno conosciuti dalle varie comunità territoriali che dovranno rappresentare? Quali funzioni e competenze potranno esprimere fra le tante esigenze dei Comuni, soprattutto piccoli, e la burocrazia centralista della Regione, che spesso rivela una insensibilità politica o una non conoscenza o la lontananza dei problemi della periferia che ricadono negativamente sui servizi al territorio?
La realtà della Provincia non è incoraggiante, né le prospettive sono ottimistiche. Non rimane che puntare a far candidare ed eleggere dei consiglieri che, seppure a servizio limitato, sappiano impegnarsi al di sopra delle pretese di potere dei partiti.
Ringraziamo per la pubblicazione, distintamente.
Paolo Chiarenza, Busca
Guido Giordana, sindaco di Valdieri