Il presidente ucraino Zelensky ha terminato l’ennesima “tournée” europea in cerca di armi e di soldi, oltre che del consenso all’uso dei missili a lungo raggio contro obiettivi dentro la Federazione Russa. Come riporta il sito Strumenti Politici, il rapido viaggio Zelensky è motivato anche dal fatto che presto vi saranno le presidenziali americane. Non sapendo chi sarà il nuovo inquilino della Casa Bianca, si sta affrettando a ottenere il massimo e il più in fretta possibile. Tra due o tre mesi, infatti, lo scenario alleato potrebbe cambiare drasticamente. Il giornale americano Politico ha ipotizzato una percentuale di probabilità a ciascuno dei “desideri” espressi dal presidente ucraino ai suoi amici euroamericani. Il voto più basso va all’ingresso nella NATO. Fanno notare infatti che è assente una roadmap e manca la convinzione di USA e Germania. Invece dovrebbe essere facile per Zelensky ricevere altri sistemi di difesa aerea, ma non riuscirà a far sì che i Paesi suoi vicini si impegnino a contrastare gli attacchi di artiglieria russa sparando dalle proprie basi. Forse sarebbe disposta a farlo soltanto la Polonia, ma gli altri no. E non daranno nemmeno daranno il permesso a Kiev di lanciare missili di produzione occidentale in profondità contro il territorio russo. Un’alta probabilità va, secondo Politico, al progetto di fare dell’Ucraina un arsenale e un’enorme fabbrica di armi. I giganti dell’industria della difesa come la tedesca Rheinmetall e la franco-tedesca KNDS hanno mostrato interesse concreto, mentre Danimarca e Gran Bretagna hanno sottoscritto impegni a nove zeri per la fornitura di armi e attrezzature belliche. Lo hanno fatto anche per stimolare la propria industria pesante, usando meccanismi di finanziamento e sfruttando i patrimoni russi confiscati dall’Unione Europea.
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