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Attualità | 04 aprile 2025, 15:42

Acqua pubblica, verso il gestore unico: ecco come Cogesi liquiderà a Egea il valore residuo

I 69 milioni dovuti al soggetto privato deriveranno da due distinti finanziamenti sottoscritti dal consorzio e dai soci. La decisione arrivata all’unanimità nell’assemblea dello scorso 1° aprile

Il quartiere generale Egea ad Alba

Il quartiere generale Egea ad Alba

Sembra finalmente arrivato alle battute finali il percorso di pubblicizzazione dell'acqua in provincia di Cuneo.

Non restava altro che il passaggio al gestore pubblico Cogesi dell’ultima parte di rete di acquedotti e fognature ancora in mano ai privati. Nello specifico quella di Langhe e Roero, che fino allo scorso anno era gestita dal Gruppo Egea (prima con la controllata Tecnoedil, poi con Egea Acque) e passato in mano a Iren dallo scorso agosto.

Un ultimo tassello per dare attuazione all’indicazione uscita dal referendum sull’acqua pubblica del giugno 2011 con cui il 95,80% degli italiani si espresse in questa direzione.

Nelle scorse settimane era stata la stessa Iren, mediante Nuova Egea Holding Spa, ad avanzare una proposta di gestione pubblico privata che però non aveva trovato sufficienti sponde sul fronte della politica locale, coi sindaci di Alba e Bra che, interpellati dal nostro giornale, per primi non avevano fatto mistero delle proprie riserve rispetto a tale ipotesi.

Una posizione poi ribadita dall’assemblea dei soci che la stessa Cogesi ha tenuto nel pomeriggio di martedì 1° aprile.

Un’occasione nella quale i vertici dell’ente gestore sono stati anche chiamati ad affrontare il complesso nodo riguardante la modalità con la quale reperire e liquidare a Iren i 69 milioni di euro del cosiddetto "valore residuo", necessari a subentrare al soggetto privato nella gestione delle reti ripagandolo degli investimenti fatti finora.

Una decisione, quella di Cogesi, giunta nei termini stabiliti dalla delibera dell'Assemblea dei Sindaci del 19 dicembre scorso.

I soci hanno deliberato all'unanimità un'ipotesi che consentirebbe la liquidazione del valore residuo con un'operazione di finanziamento che non prevede la patrimonializzazione, prima opzione vagliata. Questa avrebbe consentito a Cogesi di finanziarsi direttamente dalle banche e realizzare gli investimenti previsti fino alla fine della concessione ora in atto, prevista per il 2047: un'operazione che si sarebbe basata sui flussi di cassa generati dall'incasso della tariffe. Sarebbe però stato necessario un aumento di capitale sottoscritto dai soci con il solo trasferimento di asset. Non sarebbe stato un finanziamento classico, ma un project financing. 

I soci, però, hanno maturato alcune perplessità circa la via della patrimonializzazione, individuando un'alternativa capace di coprire gli investimenti necessari all’attività fino almeno al 2029. In estrema sintesi l’estinzione del valore residuo arriverebbe dall’accensione di due distinti finanziamenti: uno in capo al consorzio Cogesi e uno da parte dei soci, che andranno anche a coprire il fabbisogno per gli investimenti fino a tutto il prossimo quadriennio. 

Il prossimo scoglio da superare sarà quindi l'attesa per l'espletazione dell'iter di accettazione dei finanziamenti da parte delle banche.

Intanto, nel prossimo mese di maggio, Cogesi si appresta ad approvare il proprio bilancio consuntivo per l’esercizio 2024.

Sara Aschero

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