Riceviamo e pubblichiamo:
Egr. Direttore,
desideriamo esprimere alcune considerazioni in merito all’annosa questione dell’impossibilità di accedere alle prestazioni sanitarie, ragione della nostra esistenza quale Sportello per le istanze contro le liste d’attesa. La questione su cui vorremmo maggiormente porre l’accento è il difetto nella presa in carico da parte di alcune strutture pubbliche, come sarebbe invece nella propria mission.
Nel caso, ci riferiamo all’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle, riguardo alla quale lo scorso novembre è corsa tra l’altro la notizia del riconoscimento quale migliore ospedale d’Italia.
Siamo a conoscenza dei criteri che vengono considerati in tale valutazione e non mettiamo in dubbio la professionalità e dedizione dei professionisti, che si adoperano con ogni loro risorsa, per sostenere condizioni di lavoro ben note e spesso al limite. Vorremmo però smentire l’ottimismo che troppo spesso traspare dagli amministratori, in merito alla possibilità di accesso alle cure.
A tal fine, riportiamo (per motivi di spazio) soltanto due recenti esempi, nei quali il diritto alla cura e la tutela di utenti fragili sono stati bellamente calpestati.
La prima situazione riguarda la necessità per un cittadino affetto da una malattia genetica rara (l’Ospedale Santa Croce appartiene alla rete regionale delle malattie rare!) di eseguire un elettroencefalogramma dinamico, per una situazione piuttosto seria. Che, per mancanza di specialisti, l’Ospedale di Cuneo non eroghi più questa (apparentemente) banale prestazione può essere compreso, ma che l’ufficio deputato a interfacciarsi con il pubblico non sia a conoscenza delle sedi a cui potersi rivolgere sul territorio regionale, costringendo l’utente ad ‘aggiustarsi’, è a nostro parere inaccettabile.
Il secondo esempio riguarda la richiesta di una visita allergologica, finalizzata a testare la sensibilità a farmaci, per poter effettuare una terapia antibiotica. Questa prestazione può essere eseguita soltanto in Ospedale (hub provinciale) e, nel caso in oggetto, era stata prescritta da uno Specialista appartenente all’Azienda. All’utente (80enne) è stata negata la prenotazione ed è stata genericamente invitata a rivolgersi ad altre sedi in Regione (a centinaia di km, non ottemperando pertanto alla tutela dell’ambito territoriale di garanzia, previsto dalla normativa), pena non poter eseguire la terapia necessaria.
Riteniamo indispensabile denunciare puntualmente e pubblicamente, per mantenere desta l’opinione pubblica circa le drammatiche condizioni in cui versa il SSN, a partire dagli innumerevoli esempi della realtà locale, a fronte delle troppo semplicistiche notizie tranquillizzanti, che provengono dal fronte politico.
Cordialità.
Sportello Salute Busca