“In quale territorio viviamo e quali, invece, ci piacerebbe immaginare, costruire e realizzare?”. È da questa domanda che è nata l’Assemblea in Movimento, un percorso collettivo che sabato 14 giugno tornerà in piazza con un presidio sotto il municipio di Alba, alle ore 16, per riportare al centro dell’attenzione pubblica il tema dell’abitare e dell’esclusione sociale.
Sono passati quasi tre mesi dalla consegna in Comune di oltre 600 firme sulla questione abitativa, e da allora nessuna risposta sarebbe arrivata da parte dell’amministrazione. Il collettivo segnala con forza questa mancanza di ascolto istituzionale, sottolineando che “se la questione fosse personale, ce ne faremmo una ragione. Ma la sua dimensione politica rende grave e ingiustificabile il silenzio del sindaco”.
Il presidio arriva dopo una lunga fase di confronto pacato e propositivo. “Finora abbiamo evitato ogni accenno polemico: non sarà più così” affermano i promotori, convinti che ignorare un numero così significativo di firme sia una scelta politicamente legittima, ma che impone una nuova modalità di interlocuzione pubblica.
Tra i nodi aperti figura il rifiuto del Consiglio comunale rispetto alla proposta di attivare un deposito bagagli per le persone senza dimora. Resta problematico anche l’accesso alla residenza virtuale, ostacolato da problemi burocratici e costi insostenibili.
Sul piano delle politiche abitative, si fa notare il mancato avvio di un piano pluriennale per aumentare gli alloggi a canone sociale, a fronte di circa 350 domande attive per le case popolari. I numeri sono impietosi per il collettivo: anche ipotizzando cinque alloggi di risulta all’anno, meno di 40 famiglie avranno accesso a un’abitazione nei prossimi quattro anni. Tutto questo in un contesto segnato dall’aumento continuo di mutui e affitti, accelerato da uno sviluppo turistico considerato privo di regole.
L’amministrazione ha inoltre dichiarato che non intende attivare un centro comunale di accoglienza, ritenendo che molte delle persone senza dimora potrebbero permettersi un affitto. L’Assemblea in Movimento contesta apertamente questa valutazione, ricordando che i contratti stabili sono pochissimi, e che la maggior parte delle persone in difficoltà vive situazioni di precarietà, marginalità o esclusione dai requisiti per l’accesso ai bandi. L’unica novità positiva è la possibile apertura delle docce pubbliche di piazza Prunotto, considerata un segnale positivo ma non sufficiente per segnare una reale inversione di rotta.