Secondo la Procura di Cuneo non vi erano dubbi: per cinque anni lui, il cugino, l’avrebbe violentata, anche obbligandola ad avere rapporti sessuali e la madre della giovanissima vittima sapeva tutto ma avrebbe fatto finta di niente.
È questa la delicata vicenda portata all’esame dei giudici del tribunale di Cuneo che si è chiusa con l’assoluzione piena di entrambi gli imputati a fronte delle pesanti richieste di condanna formulate dalla pubblica accusa.
Le violenze sessuali ai danni della giovanissima si sarebbero protratte per circa cinque anni e quando iniziarono, nel 2013 (per poi proseguire fino al 2018), come sostenuto dalla Procura, la piccola aveva cinque anni. Nel quadro delineato dal pubblico ministero, il cugino, a cui la bambina sarebbe stata affidata dalla stessa madre, avrebbe iniziato con delle strane carezze, baci e toccamenti per poi arrivare a costringerla ad avere veri e propri i rapporti sessuali facendoli passare come un “gioco”.
L’uomo, all'epoca ventenne, è stato anche sottoposto per questi fatti a custodia cautelare, per circa due anni.
Difeso dall’avvocato Alessandro Galia, contro una richiesta di 13 anni di carcere formulata dal pubblico ministero, ha beneficiato di un’assoluzione perchè il fatto non sussiste.
Quanto alla madre, trentenne, assistita dall’avvocato Nicola Dottore e per cui la Procura ha chiesto dieci anni di carcere, l’accusa era di violenza sessuale omissiva: detto in altri termini non avrebbe impedito quelle violenze, di cui sarebbe venuta a conoscenza solo due anni più tardi, nel 2015.
Ma tutto questo, secondo i giudici del Collegio cuneese, non si sarebbe mai verificato. Le motivazioni della sentenza verranno depositate tra novanta giorni.