Riceviamo e pubblichiamo:
C’è una cosa che mi frulla per la testa vedendo la nostra città invasa e devastata dai lavori pubblici per l’impianto di teleriscaldamento pur - va riconosciuto - con imprese professionalmente adeguate.
Mi sono occupato convintamente di teleriscaldamento a biomasse quando già negli anni ’80 era praticato in Trentino – Alto Adige e l’enorme produzione degli scarti di segheria veniva utilizzata per questo scopo. Poi, sulla fine del secolo scorso quando l’Italcementi intendeva realizzare una centrale a metano di 800 megawatt, per cui l’acqua calda di risulta ci veniva offerta gratuitamente e l’impianto sarebbe servito a ridurre l’inquinamento atmosferico, posto che allora nelle caldaie per il riscaldamento si bruciava gasolio, in taluni casi persino nafta densa.
Progetto che naufragò per l’insorgere dell’opinione pubblica contro quel progetto. Ma ora che le biomasse per fornire la prossima centrale di riscaldamento dell’acqua, diverranno sempre più ricercate (anche in concorrenza con il biodigestore), che l’uso del metano ha già ridotto l’inquinamento atmosferico, che la moderna bio-edilizia ad alta efficienza energetica prevede consumi ridottissimi, che i pannelli fotovoltaici producono energia pulita , che il clima pare essersi consolidato con inverni miti… e chissà cosa si inventerà l’intelligenza artificiale, non è che rischiamo di fare un lavoro superato dai tempi?
È indubbio che il Comune e la ditta titolare del servizio si siano cautelati, con approfondite indagini prima di assumere tali decisioni; non si inizia una opera pubblica così importante senza avere certezze! Stiamo però vivendo continui progressi in ogni campo, ed ogni giorno che sorge ci stupisce con nuove diavolerie.
Sarei sinceramente grato all’Amministrazione Comunale se cogliesse questa occasione per fugare questi dubbi, che non sono solamente miei. Grazie per l’attenzione.
Marco Borgogno, ex sindaco di Borgo San Dalmazzo