Il 25 luglio la Regione Piemonte ha comunicato lo stanziamento di 5 milioni di euro per i caregiver familiari, una misura nuova e strutturale nel quadro del piano socio-sanitario. Un intervento che, nelle dichiarazioni pubbliche, dovrebbe raddoppiare i contributi nazionali e triplicare le risorse complessive a disposizione di chi assiste un familiare con disabilità o non autosufficiente.
Ma negli atti ufficiali si legge che quei 5 milioni non sono soldi aggiuntivi, bensì una quota vincolata del Fondo regionale per la gestione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, fondi che i consorzi socio-assistenziali avevano già programmato e in parte impegnato per altri servizi.
Per il consorzio socio assistenziale Monviso Solidale, ad esempio, significa circa 200 mila euro “spostati” dalle attività già in corso a una nuova destinazione obbligatoria. Il risultato? O la Regione reperisce 5 milioni “veri” e freschi, oppure i consorzi saranno costretti a tagliare servizi essenziali già in calendario: assistenza domiciliare, sostegno alla genitorialità, progetti per la prevenzione degli allontanamenti, interventi per le fasce più fragili.
"Un annuncio presentato come un potenziamento rischia così di trasformarsi in un gioco delle tre carte a danno dei cittadini più vulnerabili, generando panico e incertezza negli enti gestori e nei comuni piemontesi. Senza nuove risorse aggiuntive, i caregiver non guadagneranno nulla in più e chi oggi riceve altri servizi rischia di perderli. Le famiglie fragili meritano rispetto e certezze, non operazioni di propaganda." si pronuncia in merito Mauro Calderoni, consigliere regionale del PD Piemonte.











