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Attualità | 09 ottobre 2025, 17:48

"Ho rischiato di falciare due scolaretti": il post che riaccende la rabbia di chi vive a Spinetta

La questione riguarda i residenti della zona tra via Savona e la Bovesana, dove per ciclisti e pedoni, spesso studenti che vanno a prendere il bus, la sicurezza non esiste

Qualche giorno fa è stato condiviso un post sul gruppo Sei di Cuneo se... 

Lo riportiamo, perché solleva un problema oggettivo. La pericolosità di un tratto di strada, quello di via Savona, arteria di collegamento tra l'altipiano e le frazioni dell'Oltregesso. 

L'autore di questo post sbaglia però bersaglio. Se la prende con gli scolaretti o con i loro genitori. 

Mentre dovrebbe prendersela con Comune di Cuneo e Provincia che non fanno niente per mettere in sicurezza la zona. Anzi, cancellano pure i passaggi pedonali. 

Mentre Borgo San Giuseppe è molto ben servita, con marciapiedi e piste ciclabili che consentono a pedoni e ciclisti di muoversi in sicurezza, Spinetta, da questo punto di vista, è letteralmente abbandonata. 

Non c'è alcun modo di raggiungere il capoluogo in sicurezza se si decide di spostarsi a piedi o in bici. Perché non ci sono passaggi pedonali o piste ciclabili che consentano di collegarsi con quelle di Borgo San Giuseppe, per arrivare quindi a Cuneo o viceversa. 

Ne abbiamo scritto più volte. 

Ne ha scritto chi firma questo articolo, perché a Spinetta ci vive, coinvolta dal presidente del comitato di frazione Antonio Merlino, con il quale ha realizzato un reportage sulla pericolosità di quella strada, via Savona, che interseca la Bovesana con la rotonda più grande di Cuneo, quella di Massucco. 

Merlino da anni solleva la questione. Ma non c'è mai stata una risposta. Nonostante la zona sia residenziale ma anche commerciale e artigianale.

Qui l'articolo che parla della pericolosità di tutte le strade che circondano la frazione. Inattraversabili in sicurezza per pedoni e ciclisti. Spinetta praticamente è un'isola.

La figlia di chi scrive, ogni mattina esce di casa e percorre un tratto di via Savona per andare a prendere il pullman che la porta a scuola. Non alle 6.30, ma verso le 7.10. 

Non è buio pesto ma la visibilità non è delle migliori. Cammina su un ciglio strettissimo, con le auto alle spalle. 

Non può, come si dovrebbe fare, camminare con le auto che le vengono incontro, perché il passaggio pedonale è di fronte alla fermata, circa 200 metri dopo la rotonda in direzione di Mondovì. Non c'è alcuna possibilità di attraversare la strada in sicurezza in altri punti. 

Quel passaggio pedonale non è illuminato in alcun modo. 

Questo signore che scrive il post dichiara che stava rischiando di falciare i due ragazzini. 

Chi scrive prega ogni mattina che qualcuno non falci sua figlia. Va a prendere l'autobus per andare a scuola e quella è l'unica strada possibile. 

Non si sa cosa stessero facendo o dove stessero andando questi due ragazzini a quell'ora, ma il camionista che stava per investirli si ricordi che quella non è un'autostrada né una superstrada, anche se macchine e camion la percorrono a velocità folli. 

La pericolosità di quella rotonda è nota. E lo è ancora di più ora che sono stati installati i guardrail, che riducono ulteriormente lo spazio vitale di pedoni e ciclisti. 

Da due mesi chi scrive non può guidare per un infortunio. In tutto questo tempo, più volte, ha raggiunto Cuneo a piedi. Poco più di 2 chilometri, 40 minuti di camminata. In pieno giorno e con piena visibilità.

Ha sperimentato, costretta, la pericolosità di quella rotonda e il pochissimo spazio che si ha per poter attraversarne "gli spicchi", perché le macchine arrivano così radenti al guardrail che un essere umano non ha scampo. E' necessario fermarsi prima, guardare se arrivano macchine e lanciarsi nello spartitraffico che separa le due carreggiate. 

Ha avuto paura più e più volte. In un'occasione, con la pioggia, una macchina le è passata così vicina e a velocità così alta, che l'ha lavata dalla testa ai piedi, costringendola a tornare a casa per cambiarsi.

Una volta attraversata la rotonda, mica finisce il pericolo: ci sono circa 200 metri ancora senza alcuna protezione o passaggio pedonale, 

fino al Cit Ma Bel o, meglio, al nuovo Mercatò, dove iniziano un bel marciapiede e la pista ciclabile. Da quel punto si procede in sicurezza. Siamo a Borgo San Giuseppe.

Prima, a Spinetta, il nulla. Devi solo ringraziare se non ti mettono sotto. 

Barbara Simonelli

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