Un autunno dolce nelle colline delle Langhe, con l’aria tersa e le ultime cassette di Nebbiolo che raggiungono la cantina. La vendemmia 2025 segna un ritorno all’equilibrio, ma anche una nuova consapevolezza: il mondo del vino si muove dentro un contesto fragile, fatto di guerre, dazi e prudenza. E proprio in questo quadro si apre una fase nuova per il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, dopo l'annuncio delle dimissioni del direttore Andrea Ferrero dopo quindici anni di lavoro. Ne abbiamo parlato con il presidente Sergio Germano (nella foto sotto), che racconta il presente e il futuro con uno sguardo lucido ma fiducioso.

Partiamo dalla vendemmia: come la definirebbe?
“Siamo ormai alla conclusione, e posso dire che è stata una vendemmia molto buona. Le condizioni climatiche si sono stabilizzate dopo l’ondata di caldo di Ferragosto, con un decorso autunnale ideale. Le uve hanno maturato lentamente, in modo sano e completo. Finire il Nebbiolo da Barolo intorno al 10 ottobre significa una vendemmia regolare, nei canoni. La qualità è eccellente, e ci aspettiamo vini molto interessanti, al livello di annate come il 2016 o il 2019.”
Eppure lo scenario globale non sembra facile.
“I problemi non sono nei filari, ma fuori. La situazione è multifattoriale: le guerre generano paura e prudenza, e questo si riflette sui mercati. L’economia mondiale ne risente, e il vino non fa eccezione. Tuttavia il turismo nelle Langhe continua a essere forte, e questo è un segnale di fiducia. I produttori restano attivi, i consorzi continuano a lavorare: speriamo che presto torni un clima di maggiore serenità internazionale.”
La riduzione delle rese e il blocco dei nuovi impianti sono parte di questa strategia di equilibrio?
“Sì. Tutti i consorzi del territorio hanno scelto di intervenire in modo preventivo. Quest’anno le produzioni erano già contenute naturalmente, ma era importante dare un segnale di responsabilità. Abbiamo avuto un contenimento fisiologico, che ha permesso di mantenere equilibrio e qualità. È un modo per tutelare i produttori e preservare il valore del vino.”
Quali prospettive per i prossimi anni?
“L’equilibrio di questa vendemmia apre prospettive buone, sia per i vini d’invecchiamento che usciranno tra tre o quattro anni, sia per quelli che andranno sul mercato nel 2026. Ma serve un mondo più pacifico, un’economia più stabile. Produciamo vini che non sono solo bevande alcoliche, ma parte integrante della tavola: un alimento che completa l’esperienza gastronomica. È importante comunicarlo sempre di più, come parte di uno stile di vita consapevole e positivo.”
Grandi Langhe 2026 sarà il primo appuntamento dell’anno nuovo.
“Sì, e sarà un’edizione straordinaria. Abbiamo già quasi 500 aziende iscritte, il massimo che le OGR di Torino possono ospitare. È un evento pensato per il trade e la stampa, con un’area dedicata ai professionisti. Vogliamo continuare a internazionalizzare la manifestazione, portando buyer e giornalisti da tutto il mondo, ma anche consolidarla in Italia come vetrina di eccellenza.”
Il Consorzio, intanto, si prepara a un cambio di guida dopo 15 anni.
“Sì, il direttore Andrea Ferrero ha deciso di concludere il suo percorso. È stato con noi dal 2009 e ha accompagnato il Consorzio in una fase di grande crescita, con l’aumento delle aziende e dei progetti condivisi. Lo ringrazio sinceramente per il lavoro fatto e per la dedizione. Ora costituiremo un comitato interno per gestire la transizione: non vogliamo avere fretta, ma individuare una figura che rispecchi pienamente la complessità e la visione del Consorzio.”














