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Attualità | 09 ottobre 2025, 10:48

Saluzzo: la Biblioteca storica riceve in dono tre prove di stampa originali del carattere Bodoni Bach

Donate dalla figlia di Piero De Macchi, grafico, type designer, calligrafo, maestro nell’arte del disegno dei carattere. Fu "un ponte tra il piombo e la rete". Considerava il grande tipografo saluzzese Bodoni alla stregua di un direttore d’orchestra capace di creare bellezza e forza

Alla biblioteca storica di Saluzzo donate da Chiara De Macchi tre prove originali del Bodoni Bach di Piero De Macchi

Alla biblioteca storica di Saluzzo donate da Chiara De Macchi tre prove originali del Bodoni Bach di Piero De Macchi

Alla Biblioteca dei fondi storici del Comune di Saluzzo, nei locali restaurati e rifunzionalizzati per accogliere l’importante patrimonio librario di circa 17 mila volumi, tra collezione di fondi e testi antichi, tra i quali quella di Giambattista Bodoni, è stata donata, in occasione del taglio del nastro, una composizione contenente tre prove di stampa originali del testo che De Macchi utilizzò per l'affinamento di spaziatura e impaginazione del suo carattere Bodoni Bach.

Le stampe risalenti  alla prima presentazione ufficiale del font, che venne fatta a Parma in occasione della conferenza AtypI (Association Typographique Internationale) del 1991, racconta la figlia Chiara De Macchi,  sono state recuperate dall’archivio personale di Piero De Macchi, scomparso due anni fa, grafico, type designer, calligrafo, maestro nell’arte del disegno dei caratteri, che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della grafica e della tipografia. 

 "Piero de Macchi si trovò a lavorare e a vivere proprio nel momento di passaggio dal sistema di stampa tipografica a caratteri mobili verso le tecnologie digitali. Fu dunque come un ponte tra il “piombo e la rete”. Alla fine del ‘900 avvenne infatti, con l’avvento dell’informatica, anche una totale rivoluzione dell’arte tipografica e più in generale della comunicazione scritta, stampata e trasmessa.

Così come Giambattista Bodoni fu innovatore e creatore di caratteri, anche De Macchi dedicò gran parte della sua vita al type design e quando comparvero i primi Macintosh comprese subito le potenzialità dei nuovi sistemi. Seppe passare dal disegno tradizionale a china su carta all’uso del video e del Personal Computer. 

Il font Bodoni Bach fu molto probabilmente in Italia il primo carattere digitalizzato “in proprio” da un designer, e uno dei primi nel mondo a venir realizzato con un software dedicato e un semplice PC. Fu interamente progettato e disegnato nel 1989 da Piero De Macchi con una piattaforma Macintosh desktop. Venne utilizzato il software Ikarus, uno dei primi che consentivano di creare i “font” per i PC.

Per arrivare alla versione finale del carattere (che fu disegnato in tre diverse gradazioni: Book, Italic e Bold e con uno studio anche per il Medium) furono necessarie moltissime prove che evidenziarono possibilità e limiti del software. I suoi studi approfonditi permisero poi nel tempo ai professionisti come lui di affinare le tecniche di disegno, contribuendo a migliorare gli stessi software dedicati al type design, che stavano via via nascendo". 

La Comunità Europea arrivò anche a creare un progetto europeo di formazione per disegnatori e programmatori (il Progetto Didot) di cui Piero De Macchi fu il referente italiano.

De Macchi scelse di confrontarsi proprio col Bodoni per le grandi difficoltà tecniche di quel tipo di carattere - continua la figlia - che rappresentavano una vera sfida nell’impresa di digitalizzare un font. E ancora oggi i moderni type designer si ispirano e studiano Bodoni. Sono ormai moltissimi i caratteri “bodoniani” disponibili sui dispositivi che quotidianamente utilizziamo per comunicare, a dimostrare la vitalità e l’attualità del lavoro del grande saluzzese.

 "Il Bodoni Bach si caratterizza in particolare nella gradazione corsiva per una decisa inclinazione d’asta, che rende il carattere più calligrafico e leggero. De Macchi amava considerare Bodoni alla stregua di un direttore d’orchestra, capace di creare bellezza allineando con grazia ed eleganza, ma anche con forza, le lettere. Per questo scelse di chiamare il font “Bodoni Bach” come omaggio all’armonia e al ritmo che accomunavano i due personaggi ed artisti, entrambi grandi, ognuno nel suo particolare campo espressivo".

Per l'apertura al pubblico della Biblioteca dei fondi storici, situata in via Volta,  gestita dalla Fondazione scuola Apm sono in fase di studio gli orari, ma manterrà probabilmente, l'apertura il sabato mattina. 

VB

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