/ Attualità

Che tempo fa

Attualità | 22 ottobre 2025, 06:03

Export da record, ma la Granda si svuota: -2,4% di popolazione in dieci anni

Il Dossier CRC 2025 mostra una provincia resiliente sul piano economico, ma con criticità crescenti su natalità, servizi e innovazione

Export da record, ma la Granda si svuota: -2,4% di popolazione in dieci anni

Il Dossier socioeconomico, curato dall’Ufficio Studi e Ricerche della Fondazione CRC, fornisce un quadro aggiornato della situazione cuneese, delle tendenze in corso e delle proiezioni future, a partire dagli osservatori statistici di riferimento e dall’attività di ricerca condotta direttamente dalla Fondazione. La versione completa del Dossier 2025 è disponibile all’indirizzo https://www.fondazionecrc.it/index.php/analisi-e-ricerche/dossier-socio-economici

Il rapporto propone una fotografia delle dinamiche socioeconomiche della comunità provinciale nel più ampio perimetro regionale, nazionale, europeo e internazionale, cui si aggiunge una analisi dei principali punti di forza e di debolezza del territorio attraverso due lenti di lettura:

una stima del posizionamento della provincia in relazione al perseguimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG’s) dell’Agenda ONU 2030;

una lettura dei principali dati e indicatori disponibili a scala provinciale declinati rispetto ai cinque megatrend globali individuati dall’ONU come le principali trasformazioni corso con impatti di lungo periodo a ogni scala territoriale.


Tre gli approfondimenti principali messi a disposizione dal Dossier Socioeconomico 2025.
 

UN CONFRONTO TRA SCENARI GLOBALI E LOCALI

Nell’ambito di un contesto internazionale segnato da forti tensioni geopolitiche in corso a livello globale, nell’anno in corso si è riscontrata una contenuta accelerazione dell’economia, sostenuta da una leggera ripresa degli approvvigionamenti delle materie prime e del ridimensionamento dei prezzi dei beni energetici. Nel 2024 e 2025, l’economia globale è prevista in crescita del 3,2% annuo, anche se continuano a perdurare le incertezze sulle prospettive future. L’Europa risulta tra le economie con le prospettive meno floride a scala globale, con una stima di crescita del PIL nel 2024 dello 0,7% e in lieve miglioramento per il 2025 (all’1,3%), mantenendo intatta la traiettoria occupazionale positiva del mercato del lavoro. L’Italia risente della situazione di incertezza generale e delle conseguenze dell’iperinflazione post pandemica che ha depresso la domanda interna, anche se segnali di fiducia sono emersi nel 2024 dai risultati degli investimenti e dell’export. Il Piemonte e la provincia di Cuneo si inseriscono in questo contesto complesso registrando una seria decelerazione della crescita dell’attività economica, pur mantenendo ottime performance dell’export che, a livello provinciale, supera la soglia degli 11 miliardi di euro di valore dei beni. Il mercato del lavoro mantiene l’andamento positivo post pandemico, ma con un aumento del divario di genere occupazionale e di inattivi.
 

LA PROVINCIA DI CUNEO RISPETTO AGLI OBIETTIVI DELL’AGENDA 2030

In virtù della centralità che gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 rivestono attualmente per orientare le scelte e valutare la qualità dei territori, il Dossier 2025 offre un aggiornamento della fotografia del posizionamento della provincia di Cuneo, elaborata dall’Ufficio Studi e Ricerche, a partire dal monitoraggio del cruscotto di 56 indicatori complessivi in relazione con i 17 SDGs’, dei quali 26 condivisi con la strategia della Regione Piemonte e altri 30 individuati in coerenza con l’azione della Fondazione CRC.

A partire dal confronto dei dati tra il livello provinciale e quello regionale, emerge un quadro di luci e ombre

rispetto alla capacità del territorio di raggiungere i risultati previsti dall’Agenda 2030.

La provincia di Cuneo performa meglio nell’Obiettivo 1 (“Sconfiggere la povertà”), evidenziando una qualità della vita generale migliore della media, e nell’Obiettivo 2 (“Sconfiggere la fame”), in particolare per la maggiore diffusione di pratiche biologiche e resilienti in agricoltura e di qualità dell’alimentazione, così come nell’Obiettivo 7 (“Energia pulita e accessibile”), grazie alla quota di energia rinnovabile e impianti dedicati, nell’Obiettivo 15 (“Vita sulla terra”) per i livelli di consumo e di frammentazione del suolo, e nell’Obiettivo 16 (“Pace, giustizia e istituzioni solide”), in particolare per gli indicatori relativi a un inferiore affollamento nelle carceri e al numero di crimini. Risulta invece peggio posizionata, rispetto ai valori regionali, nell’Obiettivo 6 (“Acqua pulita e igiene”) in riferimento alla gestione della risorsa idrica a livello civile e industriale, e nell’Obiettivo 13 (“Lotta contro il cambiamento climatico”), in relazione a indicatori relativi al numero medio di veicoli ogni 100mila abitanti.

Più sfaccettata la situazione nel confronto con altri importanti obiettivi: rispetto all’Obiettivo 4 (“Istruzione di Qualità”), la provincia vanta competenze alfanumeriche migliori della media regionale, ma comunque inadeguate e in peggioramento rispetto agli anni precedenti, e numeri inferiori alla media regionale nella quota di lavoratori coinvolti in formazione continua così come nella percentuale di popolazione con qualifiche di alta formazione, entrambe importanti leve di sviluppo e crescita. Criticità anche nel confronto con l’Obiettivo 5 (“Parità di Genere”), con una contrazione continua di imprese femminili e di partecipazione delle donne in politica, anche in collegamento con livelli di copertura provinciali dei servizi per l’infanzia che ci posizionano in coda nella classifica delle province piemontesi. Nel confronto con l’Obiettivo 8 (“Lavoro dignitoso e crescita economica”) la provincia di Cuneo vanta ottime performance per livello di occupazione generale e giovanile e per una quota di Neet pari a quasi la metà di quella registrata a scala regionale, tuttavia occorre porre attenzione sulla qualità del lavoro in termini di retribuzioni medie, al di sotto della media

piemontese, e di maggiore diffusione di forme di lavoro flessibile e a termine. Ancora, per l’Obiettivo 9 (“Innovazione e Infrastrutture”) indicatori ancora critici in termini di connettività della provincia sia fisica (strade, traporto pubblico) sia digitale (BUL) e per incidenza inferiore nei valori relativi all’intensità della ricerca e al numero di start up. L’Obiettivo 11 (Città e Comunità sostenibili”) evidenzia infine elementi di debolezza rispetto alla diffusione di territori marginali, al rischio idrogeologico e alla cura e valorizzazione del verde urbano.
 

LA PROVINCIA DI CUNEO ALLA PROVA DEI CINQUE MEGATREND

Nel quadro dell'andamento congiunturale complessivo, la provincia di Cuneo è attraversata da fenomeni e dinamiche peculiari, ma intrinsecamente connesse con le grandi trasformazioni in corso a livello globale, che le Nazioni Unite hanno individuato nei cinque megatrend con maggiore impatto anche a scala locale (Shaping the Trends of Our Time, 2020). Trasformazioni in grado di produrre importanti cambiamenti nei prossimi anni, che rappresenteranno le principali sfide per il territorio. Per questo motivo, il Dossier 2025 si arricchisce di una lettura dell’oggi, e delle principali tendenze emerse negli 10 ultimi anni in provincia di Cuneo, attraverso l’analisi dei principali dati e indicatori connessi ai megatrend.
 

Squilibri demografici

Il trend degli squilibri demografici, che include il calo delle nascite, l’invecchiamento della popolazione e i fenomeni migratori, rappresenta una delle sfide principali attuali e future per lo sviluppo sociale ed economico del territorio.

Cuneo è in linea con l’andamento europeo e italiano di progressivo declino della popolazione, che negli ultimi 10 anni si è ridotta del 2,4%, ma continua a vantare un relativo «vantaggio» in qualità di provincia più giovane, come evidenziato dall’età media più bassa e dall’indice di vecchiaia più contenuto (a Cuneo pari a 206 vs 237 piemontese). La distribuzione per età evidenzia gli squilibri generazionali in corso, destinati ad acuirsi nel tempo: già oggi gli over 65 sono il il doppio degli under 14, nel 2040 saranno tre volte tanto. Tra i grandi anziani, si contano oltre 25 mila persone ultra 85enni. Importante il contributo della componente della popolazione di origine straniera, pari all’11% di quella totale, per mitigare la situazione, seppure in misura non sufficiente a invertire le tendenze in corso: i residenti stranieri sono aumentati del 6,6% negli ultimi 10 anni e i rapporti tra generazioni risultano invertiti: i giovani stranieri under 14 sono tre volte gli anziani ultra 65enni e la classe di popolazione straniera in età attiva pesa per il 76% a fronte del 62% nella popolazione totale. Aumenta l’aspettativa di vita a livelli mai raggiunti prima (84,7 anni), ma cala leggermente la speranza di vita in buona salute, così come risultano in peggioramento gli stili di vita a rischio, connessi a sedentarietà, cattiva alimentazione, consumo di alcol e fumo. In continuo aumento il disagio mentale, in linea con il

fenomeno nei Paesi OCSE, che colpisce in misura maggiore la componente femminile e appare particolarmente preoccupante per le giovani generazioni, che vedono abbassarsi l’età dei primi ricoveri in neuropsichiatria e ampliarsi le problematiche connesse.
 

Urbanizzazione

Il fenomeno dell’urbanizzazione, che siamo soliti identificare con la crescita esponenziale delle grandi città

del mondo, interessa anche le piccole e medie città, in aree intermedie e non solo in aree metropolitane.

La provincia di Cuneo, caratterizzata da un vasto territorio montano e rurale (4° in Italia per estensione), con una densità di popolazione bassa pari alla metà della media regionale (84 abt per kmq vs 168 piemontese) e una forte frammentazione amministrativa, evidenzia un trend di crescita della popolazione residente delle Sette Sorelle (città sopra i 15 mila abitanti), a fronte di un declino della popolazione complessiva presente sul territorio. E’ un fenomeno che necessita di interrogarsi su come pianificare le città del futuro, ma anche come definire e infrastrutturare sistemi territoriali integrati, in grado di rispondere ai bisogni con servizi plurimi e differenziati per garantire qualità della vita e benessere diffusi e attrarre nuovi abitanti. Oggi la provincia di Cuneo, nelle classifiche generali, si posiziona abbastanza bene per qualità della vita (è al 37° posto su 107 province) e per il clima di fiducia in istituzioni e comunità, ma si evidenziano da parte dei cittadini segnali di preoccupazione per il futuro. Il quadro del sistema scolastico complessivo risulta confermato, sebbene con una progressiva riduzione del numero di allievi in generale, a fronte di una crescita degli studenti di origine straniera. Ancora limitati i servizi per la prima infanzia, che posizionano la provincia di Cuneo in coda alla classifica regionale per capacità di risposta alla domanda crescente. In ambito culturale, l’offerta museale è varia e distribuita sul territorio, conta circa 430 mila ingressi, in aumento negli ultimi anni, ma cuba il 6% del totale degli ingressi piemontesi. Sul fronte del turismo, risultati molto positivi: sono quasi 900 mila gli arrivi e poco più di 2 milioni le presenze dei turisti in provincia di Cuneo nel 2024, in aumento negli ultimi anni, con una crescita in particolare per offerte di tipo “esperienziale”, che richiedono investimenti in servizi e professionalità dedicate.
 

Diseguaglianze sociali

Connesso al trend demografico e urbano vi è l’altra grande trasformazione in corso, a scala globale, relativa all’aumento delle disuguaglianze. A scala locale, la capacità di anticipare e gestire i trend demografici e dell’urbanizzazione influirà in modo significativo rispetto alla possibilità di ridurre o ampliare disuguaglianze tra cittadini e comunità, di tipo territoriale, economico, di genere, di accesso ai servizi sociali, sanitari, di opportunità educative e culturali e così via.

Dal punto di vista economico e produttivo, è noto che la provincia di Cuneo rappresenta un’eccellenza, capace di assorbire la domanda di lavoro, anche giovanile, con risultati decisamente superiori alla media nazionale e regionale. L’analisi provinciale delle scale reddituali evidenzia tuttavia che, pur in una situazione favorevole in cui la media provinciale dei redditi pro capite risulta sopra a quella italiana e anche piemontese, esistono differenze territoriali che non vanno sottovalutate. Persiste una crescita delle persone in condizione di fragilità e a rischio di esclusione sociale che si rivolgono ai servizi socioassistenziali, che raggiungono oltre 40 mila utenti (6% della popolazione) a fronte di una spesa complessiva annuale di 80 milioni di euro, e di richiedenti ai centri di ascolto Caritas, che manifestano problemi economici legati a difficoltà occupazionali e abitative, con ripercussioni su salute, inclusione, benessere relazionale e sociale. A fronte di un territorio che presenta condizioni di crescita economica e occupazionali positive, esistono ambiti di criticità anche nella promozione dei servizi, come la carenza dei servizi per l’infanzia (che copre il 27% della domanda, ponendoci al penultimo posto a scala regionale), di sistemi territoriali di conciliazione vita-lavoro-cura, di diffusione della formazione continua (svolta solo dall’8,5% dei lavoratori e delle lavoratrici). Il sistema scolastico provinciale, rispetto alla media regionale, risulta meglio posizionato nel trasferimento delle competenze (che comunque presenta forti criticità rispetto al periodo pre-pandemico e un peggioramento delle performance) e nel contenimento dell’abbandono scolastico, ma per entrambi gli aspetti emerge una dimensione di genere e cittadinanza significativa, nelle differenze tra maschi e femmine, così come tra italiani e stranieri.
 

Cambiamenti climatici

Le trasformazioni collegate ai cambiamenti climatici stanno già modificando significativamente i territori e avranno un impatto ancora più importante nei prossimi anni, con connessi fenomeni di surriscaldamento, siccità, inquinamento delle risorse naturali e dinamiche significative, per esempio relative alle produzioni agricole o alla stagionalità del turismo.

La proiezione sulla provincia di Cuneo, elaborata con un indice ambientale sintetico (che tiene conto dell’andamento dei rifiuti, della qualità dell’aria, dei consumi energetici e del verde urbano), fa emergere la possibilità che convivano crescita economica e minore impatto ambientale, come d’altronde si evidenzia anche nel resto d’Europa, a patto che si prosegua e rafforzi la gestione virtuosa delle risorse naturali e della produzione sostenibile. La provincia di Cuneo prosegue nel miglioramento della produzione di energia rinnovabile (provincia di Cuneo 1° provincia piemontese per impianti) e nella riduzione del carattere energivoro della provincia (-2,1% consumo energetico). Su questi punti di forza incidono negativamente alcuni fattori di attenzione tipici della provincia, come l’incremento degli eventi estremi delle precipitazioni, un aumento considerevole delle temperature nelle zone di montagna, un’estensione ancora limitata delle aree verdi urbane (8,6% contro l’11,6% regionale), che aiuterebbero a mitigare proprio il maggiore

inquinamento da emissioni. Nell’ultimo decennio il Piemonte e tutte le province hanno comunque ridotto la quantità di emissioni e la provincia di Cuneo è stata tra le più virtuose in termini di ritmo di discesa, raggiungendo il terzo valore medio annuo più basso in Piemonte.
 

Innovazione tecnologica

Le trasformazioni tecnologiche e digitali in corso, anche connesse all’avvento dell’Intelligenza Artificiale, evidenziano con grande chiarezza la potenziale minaccia o l’opportunità che l’innovazione può rappresentare per i territori a ogni scala.

Il territorio, dal punto di vista infrastrutturale, deve ancora raggiungere una dotazione in grado di garantire la necessaria copertura digitale anche per non ampliare possibili disuguaglianze territoriali e sociali, essendo ancora significativo il digital divide tra le zone montane, rurali e quelle urbane. Il sistema produttivo provinciale si presenta solido e capace di reggere le sfide della concorrenza internazionale e le mutevoli richieste dei mercati, ma il periodo di forte incertezza che ci attende richiede di perseguire strategie e innovazioni orientate al futuro. Sul fronte dell’innovazione, il sistema produttivo è in movimento, per esempio con un aumento positivo di imprese a elevata intensità di conoscenza (che negli ultimi dieci anni sono aumentate di circa un quarto, un tasso di crescita più del doppio del Piemonte e con 7 punti percentuali in più della media nazionale), ma con una leggera riduzione di nuove start up (-1% nel 2025 rispetto all’anno precedente). Al tempo stesso, peggiora la diffusione di capitale umano con formazione terziaria e di elevata specializzazione, che rappresenta il migliore investimento per incidere sulle dinamiche di innovazione sia in campo produttivo sia a livello culturale e sociale, vera leva per uno sviluppo inclusivo e sostenibile.

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium