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Attualità | 27 novembre 2025, 19:37

Savigliano chiede l’estensione di “Piemove”: trasporti gratuiti anche per le sedi universitarie decentrate

Il Consiglio comunale approva all’unanimità l’ordine del giorno per includere anche Savigliano, Alba, Fossano, Mondovì, Ivrea e Verbania nel progetto regionale sui mezzi pubblici gratuiti per gli studenti

La stazione ferroviaria di Savigliano

La stazione ferroviaria di Savigliano

Savigliano, che ospita una sede decentrata dell’Università degli Studi di Torino, rivendica un posto all’interno del programma regionale Piemove.

La misura, attiva dall’anno accademico in corso 2025/26, consente agli studenti universitari e ai dottorandi sotto i 26 anni (con Isee fino a 85.000 euro) iscritti all’Università e al Politecnico di Torino o all’Università del Piemonte Orientale, di usufruire gratuitamente del trasporto pubblico urbano nelle città capoluogo aderenti: Torino, Asti, Biella, Cuneo, Novara e Vercelli, con l’unica eccezione di Grugliasco.

Nel Consiglio comunale del 7 novembre, l’Aula ha votato all’unanimità per sollecitare la Regione – insieme alla Provincia, già schierata a favore dallo scorso settembre – affinché il progetto venga ampliato e includa anche i collegamenti con le città universitarie non capoluogo come Alba, Fossano, Savigliano e Mondovì, oltre a Ivrea e Verbania.

L’ordine del giorno era stato depositato  dal gruppo di minoranza di centrosinistra Spazio Savigliano. "L’iniziativa 'Piemove – Piemonte Viaggia Studia' non tiene in considerazione altri centri che, pur non essendo capoluoghi, ospitano corsi universitari legati agli atenei coinvolti», hanno spiegato i consiglieri Giorgia Seliak, Paolo Tesio e Giacomo Calcagno.

Nei giorni scorsi la Regione ha diffuso i numeri dell’adesione: 60.000 studenti, di cui 4.600 nella provincia di Cuneo. Secondo Spazio Savigliano, questi dati rivelano un limite dell’attuale formulazione: "Il tasso di adesione – sostengono – è ben più basso del bacino potenziale, segno che la misura, così com’è, non riesce a coinvolgere pienamente gli studenti. Piemove avvantaggia soprattutto chi vive nei capoluoghi con accesso diretto al trasporto urbano, ampliando le disparità territoriali, indebolendo le aree interne e riducendo l’attrattività delle sedi universitarie periferiche. Il diritto allo studio deve essere garantito in modo equo a tutti gli universitari piemontesi, indipendentemente dalla sede di frequenza. Estendere i benefici anche a chi studia fuori dai capoluoghi sarebbe una scelta di giustizia sociale e un incentivo all’uso dei mezzi pubblici".

Con il sostegno della maggioranza (mentre i due consiglieri di minoranza del centrodestra erano assenti), l’ordine del giorno è stato approvato. Il documento impegna sindaco e giunta a rivolgere alla Regione, insieme alla Provincia e ad altri Comuni disponibili, la richiesta di ampliare Piemove anche alle sedi universitarie escluse, con particolare attenzione ai trasporti extraurbani – treni e autobus – che rappresentano il principale mezzo di spostamento degli studenti provenienti dai territori periferici.


 

redazione

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