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Cronaca | 17 dicembre 2025, 19:49

Patteggia il macellaio del Braidese denunciato per aver aggiunto solfiti nella carne macinata

La pena convertita in ammenda. Il difensore: "Modesta entità della sanzione dimostra che il valore non conforme del campione analizzato era minimo"

Patteggia il macellaio del Braidese denunciato per aver aggiunto solfiti nella carne macinata

Si è conclusa con un patteggiamento la vicenda del macellaio del Braidese denunciato dopo che un controllo effettuato sulle carni macinate presenti nel suo laboratorio aveva evidenziato la presenza di solfiti al loro interno.

Il fatto risale al novembre scorso. La macelleria condotta dal commerciante venne fatta oggetto di un accertamento effettuato dal Dipartimento di Prevenzione e del servizio Igiene degli alimenti di origine animale dell’Asl Cn2.

All’interno dei locali utilizzati per la lavorazione delle carni i funzionari dell’azienda sanitaria locale avevano rinvenuto una boccetta contenente l’additivo chimico, il cui utilizzo sulle carni – vietato in quelle fresche e consentito entro valori determinati negli insaccati, previa segnalazione in etichetta – ha la proprietà di conferire alle stesse un colore rosso acceso.

Un’aggiunta che però può portare a conseguenze anche gravi per il consumatore, sino allo shock anafilattico per soggetti allergici.

Le analisi di rito svolte dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta sui campioni di carne macinata bovina e suina prelevati nel laboratorio diedero intanto esito positivo alla presenza di anidride solforosa.

Da qui il conseguente blocco delle merci, per ragioni di tutela della salute pubblica, e la correlata denuncia del macellaio alla Procura della Repubblica di Asti per due ipotesi di reato: la vendita di alimenti contenenti additivi chimici non autorizzati e la vendita di sostanze alimentari non genuine.

Difeso dall’avvocato albese Roberto Ponzio, l’imputato ha intanto chiesto di revocare il blocco, accettando di mandare alla distruzione le carni sequestrate. E intanto ha presentato istanza di patteggiamento davanti al Tribunale di Asti.

Nell’udienza tenuta ieri, martedì 16 dicembre, il giudice per le indagini preliminari Alessandro Cossu ha accolto tale richiesta disponendo la conversione della relativa pena in un’ammenda quantificata in 1.200 euro.

"La modesta entità della pena pecuniaria concordata col pubblico ministero dichiara l’avvocato Roberto Ponziosignifica che il valore non conforme del campione analizzato era minimo. Siamo in un’area di particolare tenuità e del tutto innocua per la salute pubblica".

E. M.

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