Il lupacchiotto che non fa male ai bambini aveva fame domenica mattina. Si è fermato davanti alla pasticceria Lanfranco di Ormea, al confine tra la Liguria e il Piemonte. Lui, che come pasto abituale preferisce caprioli e camosci, come un cliente qualunque si è presentato alla porta d'ingresso verso l'ora di pranzo. Si è fatto largo tra decine dipassanti incuriositi, ma anche preoccupati per quell'insolita presenza inp aese. Quando il titolare Fabio Lanfranco l'ha visto davanti alla porta d'ingresso ha strabuzzato gli occhi: "Non era un pastore tedesco, era un lupo. Certo, un cucciolo, ma pur sempre un lupo - racconta il commerciante - Catturarlo non è stato semplice, ma alla fine con l'aiuto di Gabriele Burlini ci siamo riusciti. Lo abbiamo infilato in una gabbietta in attesa di essere trasferito al centro dove poter essere curato e anche studiato". In serata, infatti, sono arrivati gli esperti del Progetto Lupo Piemonte e lo hanno preso in cura a Entracque. Il lupetto, soprannominato dall'assessore al turismo Matteo Fossati "Ormea", è ricoverato al Parco Naturale delle Alpi Marittime dove si studiano le abitudini di questi animali che sembravano in via di estinzione.
"Quasi certamente - dice l'assessore Fossati - è sceso dal bosco di Albareto. Forse si era perso o forse la mamma era morta, o forse il lupo arrivato sino a Ormea era malato. Una cosa è certa: il lupetto Ormea era già svezzato e indipendente. Già la sera prima, verso le 20, alcuni residenti lo hanno visto girare in paese, ma era sfuggito a chi aveva cercato di avvicinarlo". Una presenza insolita, ma anche importante come conferma Gianfranco Benzo,sindaco di Ormea: "I pastori sono certamente preoccupati quando si avvicinano al pascolo, ma il fatto che il lupo frequenti le nostre zone è un buon segnale. Significa che questo è tornato ad essere il loro habitat naturale dove forse ha trovato cibo sufficiente per poter riprodurre".
Che i branchetti delle Alpi Marittime abbiano antenati in Appennino, è fuor di dubbio. Lo prova l'esame del Dna, compiuto su alcuni esemplari trovati morti. E gli esperti lo sapevano già prima delle analisi, perché i lupi delle Alpi Marittime hanno le zampe striate di nero, una variante cromatica tipica della razza del Centro-Italia. Ma se è vero che i lupi sono grandi viaggiatori, in grado di raggiungere la Svizzera partendo da Umbria e Toscana, perché in nessun settore delle Alpi la specie registra una densità come intorno all'Argentera?
"Perché sulle Alpi Marittime - risponde Giuseppe Canavese, vicedirettore del parco naturale - un carnivoro trova habitat adatti, poco antropizzati, e cibo abbondante: basti dire che, alle quote adatte, da noi i camosci raggiungono una densità di cento capi ogni cento ettari, cioè dieci volte più della media delle Alpi. Si aggiunga che abbondanti sono anche altri erbivori: per esempio gli stambecchi, che nel 1980 erano solo 400 e oggi sono diventati quattro volte di più, nonostante ripetuti prelievi di esemplari destinati a ripopolare altre zone".
















