Con un decreto presidenziale a firma del presidente Silvano Dovetta il Parco del Po ha inoltrato negli Uffici provinciali la conferma del riconoscimento dell’area che comprende la tenuta regionale di Staffarda quale “oasi faunistica di protezione”. Una volta revocata – da parte della Direzione Agricoltura Settore Tutela e Gestione della Fauna Selvatica della Regione Piemonte - la concessione di “Azienda Agri Turistico-Venatoria Staffarda” all'interno della quale era possibile esercitare l'attività di addestramento e allenamento dei cani da caccia di tipo "C", con facoltà di sparo, su fauna selvatica di allevamento appartenente alle specie fagiano, starna, quaglia e germano reale, sugli stessi terreni la Provincia aveva istituito l’odierna oasi di protezione.
Rilevato – scrive Dovetta – “che la presenza incontrollata di cacciatori che si avrebbe qualora il comprensorio di Staffarda tornasse ad essere zona di caccia, limiterebbe la possibilità di fruizione dei boschi da parte di scuole e turisti in visita all’omonima Abbazia”, considerato “che con l’entrata in vigore della Legge Regionale 19/2009 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità: ndr), l’area di Staffarda è stata esclusa dall’elenco delle Aree Protette Regionali e catalogata come semplice Area contigua” Dovetta ha ritenuto opportuno, anche “al fine di uno sviluppo sia in termini ambientali che di turismo compatibile”, richiedere al Settore Politiche Agricole Parchi e Foreste della Provincia di Cuneo “il mantenimento dello stato attuale di divieto di caccia e di oasi faunistica di protezione” per tutta l’area di Staffarda.
Il provvedimento di Dovetta – che non è in alcun modo soggetto al Controllo del Settore Aree Protette della Regione Piemonte - è stato adottato direttamente dal presidente in quanto ritenuto “urgente ed indifferibile, salvo ratifica da parte del Consiglio del Parco”.













