Nel pomeriggio di giovedì 28 si è tenuta l'audizione in commissione sul nuovo D.D.L. 323.
Non mi stupisco che le rappresentanze di cacciatori e ATC abbiano elogiato il testo: l'hanno di fatto suggerito articolo per articolo all'Assessorato!
Claudio Sacchetto esercita infatti una delega che si è trasformata da "Assessorato alla Caccia" ad "Assessorato ai Cacciatori", e ce ne siamo accorti anche nel momento in cui le stesse associazioni di categoria degli Agricoltori, il cui pieno appoggio l'esecutivo regionale pensava di cooptare con il testo depositato, hanno chiesto modifiche strutturali al D.D.L.: chiedono, tra le altre cose, di cambiare completamente l'impostazione del testo, inserendo la definizione delle regole all'interno del D.D.L. senza demandarla a future non ben identificate delibere di Giunta e, per esempio, di tenere in considerazione i proprietari agricoli - e la loro volontà - nel caso di appostamenti temporanei.
E dire che per produrre un testo che rispondesse a dette richieste sarebbe bastato semplice buon senso...
Nel merito, e dopo che Cota ha compiuto uno dei più gravi atti antidemocratici, cancellando una consultazione referendaria tramite l'abrogazione di una legge, il periglioso nuovo testo di Sacchetto prevede la caccia nei parchi e nelle aree protette; prevede l'uso dell'arco, tecnica pericolosa e spesso molto dolorosa per la fauna; ipotizza inedite aree recintate per la caccia degli ungulati (peraltro assenti nelle normative nazionali) e incentiva la commercializzazione dei capi da parte delgi stessi cacciatori, cancellando il principio della fauna come bene comune!
L'asciuttezza concettuale del testo, che demanda alla sola Giunta - dunque senza discussione sostanziale in Consiglio - la maggior parte degli aspetti più importanti, come la definizione delle specie cacciabili, dei periodi di caccia e del carniere, è accompagnata dalla deprecabile pratica della caccia in deroga, finora fortunatamente inedita nella nostra regione.
A fronte di una percentuale di cacciatori che si va sempre più assottigliando (siamo a meno dello 0,5% del totale della popolazione), urge infine ricordare che solo nell'ultima stagione le morti legate all'attività venatoria sono state sessanta in tutta Italia, mezza dozzina solo nella nostra regione!
Fabrizio Biolé - Consigliere Regionale
Gruppo Misto Progetto Partecipato
Assemblea Legislativa del Piemonte