Sono passati 10 giorni dalla protesta degli africani in corso Roma a Saluzzo.
La presa d’acqua non autorizzata e pericolosa sotto il profilo igienico sanitario e i fatti che sono conseguiti alla sua disattivazione, sono stati rapportati all’autorità giudiziaria per le valutazioni di conseguenza, così come tutta la vicenda fin dalla sua origine.
Al Comune è spettato l’onere di ristabilire la legalità senza tentennamenti, di non cedere alle pressioni, di mediare successivamente installando una fontana nel campo, a norma del DM 37/08, fontana che è andata ad aggiungersi al blocco dei servizi igienico sanitario del foro boario che dista 80 metri dal campo, messo a disposizione degli africani a metà luglio, in coincidenza con l’apertura dei container della Coldiretti.
Ora si è tornati alla calma e crediamo ci sia più consapevolezza, da parte dei cittadini, di quanto sia serio il problema e quanto venga da lontano: la voragine tra ricchi e poveri, le guerre in Africa, la politica di Gheddafi, la crisi che colpisce i più deboli, politiche di accoglienza di corto respiro e non coordinate a livello europeo. Nel mondo ogni 4 secondi vi è un profugo che cerca di sfuggire alla fame e alla guerra; nel 2012 si contano oltre 45 milioni di migranti forzati (dati ricavati dall’ultimo rapporto annuale “global trends” pubblicato a giugno dall’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati). E non è l’Europa a crescere ma l’Africa: si stima che nel 2050 su 10 essere umani 4 saranno africani e 1 europeo.
Abbiamo seguito con attenzione le molte lettere, ognuna portatrice di un pezzo di verità. Comprendiamo l'indignazione, che è anche nostra, di chi si sente accusato di razzismo; di quanti, tra i nostri concittadini, sono anch’essi colpiti duramente dalla crisi.
Ora resta il nodo centrale del problema. Un territorio che si è organizzato, che dà lavoro a 200 africani, un territorio dove la legalità e il rispetto dell’altro sono patrimonio della stragrande maggioranza dei residenti, si scontra con la drammatica asimmetria tra domanda e offerta di lavoro: 700-800 uomini accorsi da tutta Italia per 200 posti di lavoro!
Questo è il problema. L'Amministrazione è determinata nel tenere distinto il piano dell’accoglienza per chi lavora, con l’efficienza che sta garantendo la Coldiretti, dal piano della tolleranza compassionevole, portato avanti con le associazioni, per chi continua a cercare lavoro e non ha mezzi di sostentamento. Tolleranza non nell’accezione negativa, ma nel senso di accettazione di una realtà che ci mette nella condizione di compatire, cioè “patire insieme” a uomini che si adattano a tutto pur di restituire qualcosa alle loro famiglie, ai villaggi africani che hanno investito sui loro anni e sulla loro salute per il riscatto da una povertà che sembra senza fine.
Non cambieremo linea: accogliere tutti o rinunciare alla legalità vorrebbe dire perdere anche qui la speranza, rischiare derive e scontentare anche quanti, aziende e lavoratori, stanno traendo utili da questa situazione. Vorrebbe dire usare pesi e misure differenti.
Ma facciamo sì che questa difficile estate sia un'occasione di crescita. Affrontiamo questo presente con senso pratico, basato su solide e oggettive chiavi di lettura della realtà, oltre le emozioni, i sentimenti, positivi o negativi che siano. Pensiamo al lavoro e al futuro, che si dà solo in presenza di valori condivisi e buone relazioni interumane.
Paolo Allemano - Sindaco di Saluzzo














