Lavorando nei campi inglesi, l’estate del ’77 a sedici anni e tre quarti, toccai con mano il mondo. A Fladbury capii che la diversità arricchisce. Scoprii che chi trova altre lingue, culture e modi di vivere trova enormi ricchezze. Trovai ragazzi inglesi e francesi. Portoghesi e spagnoli felici di essere usciti dalle rispettive dittature (nel ’74 i primi, fine ’75 i secondi). Nazionalità diverse ma stessa sete di esperienza, come Claudio il quattordicenne di Leòn che, abituato a lavorare in estate come muratore per mantenersi agli studi e sperare in un futuro migliore, mi regalò la sua copia del Dottor Jekyll e Mr. Hide in spagnolo dal titolo evocativo: El hombre y el monstruo.
Dalla porta di legno delle baracche con pareti chiazzate per i lanci di scarpe contro zanzaroni di dieci centimetri, trapelava la voce di Joan Baez. Arrivava dal giradischi del warden John, per tutti Long John a causa della stazza fisica addolcita da uno sguardo malinconico quando ascoltava Blessed are.
Ogni mattina un furgoncino ci caricava a gruppetti di cinque o sei, e dopo aver viaggiato sui saliscendi delle verdissime e quiete campagne timidamente ondulate del Worcestershire, ci scaricava un giorno in un frutteto a raccogliere mele, un altro giorno per prugne Victoria, altre volte in un capannone attrezzato per la lavorazione del luppolo, talaltre in un campo a raccogliere patate. Lavoravo e pensavo a certi racconti di Orwell in cui si narrava la raccolta del luppolo, oppure ai braccianti dei frutteti di In Dubious Battle di Steinbeck. Il luppolo era polverosissimo, ti entrava nelle narici, nelle orecchie, in bocca, e io cantavo Margherita. Ma il peggio era raccogliere patate. La terra è bassa: lo dicevano sempre, i miei, per invogliarmi a studiare.
Ogni domenica, poi, coi miei amici mi mettevo sul bordo della strada odorosa di vegetazione, pollice alto ed espressione fiera, a raccogliere passaggi verso Evesham e le zuccherose anse dell’Avon animate di barche di gitanti. Era bello fare autostop in mezzo a quella campagna. Altre domenica si fuggiva più lontano. Oxford, Southampton. Cartello con destinazione scritta chiara e mappa dell’Inghilterra in una mano, pollice dell’altra mano in alto, e passaggi a profusione. Il mondo in tasca, pronti per la quarta Liceo.
Teresio Asola
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