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Attualità | 22 maggio 2016, 16:10

“Consumi di sostanze e diagnosi precoce”, presentati i risultati del progetto regionale

Per i genitori è spesso difficile accorgersi che i figli fanno uso di droghe e si percepisce tale problema tardivamente, anche dopo 6-8 anni dall’inizio dell’uso

“Consumi di sostanze e diagnosi precoce”, presentati i risultati del progetto regionale

Lunedì 9 maggio, presso l’Aula Magna Campus Einaudi di Torino, si è tenuto il convegno “Consumi di sostanze e diagnosi precoce” in occasione del quale sono stati presentati i risultati del progetto regionale “E.Y. Di.mMi”, relativo alla diagnosi precoce dell’uso di sostanze, rivolto ai minori e ai giovani adulti.

Il progetto Regionale è un servizio pubblico che ha avuto come obiettivo di fornire informazioni e supporto psicologico alle famiglie in relazione ad un possibile uso di droghe da parte dei figli, orientando la famiglia a modelli educativi e una corretta osservazione del problema.

Per i genitori è spesso difficile accorgersi che i figli fanno uso di droghe e si percepisce tale problema tardivamente, anche dopo 6-8 anni dall’inizio dell’uso. Questo ritardo è grave e pericoloso, poiché l’assunzione di droghe in adolescenza può compromettere il normale sviluppo neuropsicologico del cervello, che sta ancora completando la sua naturale maturazione, alterandone le regolari funzioni. Oltre a questo non va mai sottovalutato l’uso di droghe, anche saltuario, perché molto spesso evolve verso gravi tossicodipendenze con elevato rischio di morte ed invalidità permanente.

L’esecuzione del drug test preventivo professionale è un servizio che avviene su richiesta dei genitori, in modo riservato e volontario, con il consenso informato dello stesso minore.

Nella mia esperienza clinica privata e negli sportelli scolastici nei quali lavoro, mi sono scontrata spesso con questa problematica adolescenziale, argomento molto dibattuto ed attuale. Ho potuto così constatare come nella transizione adolescenziale i fattori motivazionali che determinano la scelta delle varie sostanze sono differenti. Quando pensiamo all’uso in adolescenza di sostanze, siamo culturalmente invasi da uno stato d’allarme e di ansia perché l’utilizzo delle sostanze in adolescenza è aumentato in modo molto consistente.

In merito all'assunzione di sostanze sussiste una gamma di vicinanza alle droghe che va da un contatto episodico, sporadico, di poco peso, in modo progressivo, differenziato, fino ad un utilizzo molto critico che riguarda un numero di soggetti limitato, prefigurando una situazione per cui nel corso della prima adolescenza l’uso più frequente è di tipo esperienziale, ossia il contatto con la sostanza riguarda la possibilità di praticare nuove esperienze, farsi vedere grandi, un facile modo per evadere dalle regole famigliari ed entrare nelle trasgressioni.

Le sostanze stupefacenti producono e stimolano sensazioni di piacere apprezzate dai giovani poiché incidono sulle emozioni, sulle prestazioni personali, sul tono dell'umore rispondendo al bisogno di divertimento, di integrarsi in un gruppo, di demarcare l'ingresso in un mondo più adulto e autonomo, alla curiosità di spingersi oltre al limite, a sfuggire da una realtà problematica.

Le motivazioni che possono spingere il ragazzo a fare uso di sostanze psicotrope possono essere molte e complesse e solitamente interrelate tra loro: motivazioni semplici, come il desiderio di divertirsi o fare qualcosa di diverso; curiosità e voglia di provare qualcosa di alternativo, desiderio di essere accettati dal gruppo, ribellione, depressione e noia, bisogno di aumentare l'autostima, rilassarsi o vincere lo stress, la noia, il dolore, non affrontare i problemi familiari, ecc

Di frequente i giovani si basano su ciò che sentono dire dagli amici per sapere cosa aspettarsi dall'uso di droga e sovente le informazioni che ne ottengono sono false e poco attendibili.

L’utilizzo della cannabis, ma anche dell' alcool della nicotina, sono davvero molto diffuse tra i giovani, anche se spesso in forme non gravi, così da diventare degli elementi della costruzione dell’identità giovanile. L’estrema diffusione di queste sostanze, il facile reperimento tra le cerchie di amici o amici di amici, fa diventare le droghe psicoattive uno dei tanti elementi su cui ogni adolescente si confronta.

E’ più difficile per gli adolescenti dover decidere di non provare l’esperienza, piuttosto che accettarla, perché provare la cannabis è un rituale assai diffuso: si è spinti dalla curiosità, dalla propensione al rischio e spesso le pressioni sociali impediscono all'adolescente di dire di no all'invito all'uso.

I soggetti impulsivi, poco riflessivi, con scarsi supporti famigliari possono avere più occasioni e possibilità di scadere nella devianza con l'utilizzo di sostanze come esperienza fondamentale nella propria vita. L'elemento di cura di sé prevede una certa frequenza e assiduità nell’assunzione: il giovane senza un uso continuativo e consistente non muta il suo equilibrio fisico e psichico, ma trasforma solo la propria immagine sociale. Si intende per cura di sé un palliativo alla difficoltà di tollerare l’ansia, l’angoscia e i pensieri turbolenti del processo di crescita, nell’ambito di un senso di fragilità e vulnerabilità della propria immagine interna che genera il dolore mentale della percezione di sé come personaggio incerto, instabile, insicuro, fragile in continua transizione.

Il progetto “E.Y. Di.mMi” credo sia un buon modo per supportare le famiglie e i ragazzi qualora si presenti questo grande problema. Per i genitori è sempre importante rimanere vigili e attenti sui cambiamenti dei propri ragazzi, senza però invadere le loro sfere personali.

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e curiosità, potete seguire la mia pagina Facebook mettendo " mi piace" alla pagina Dottoressa Ernestina Fiore Psicologa o visitando il sito www.ernestinafiorepsicologocuneo.it, dove potete trovare anche i precedenti articoli della rubrica

 

Ernestina Fiore

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